Un minuto tutto per te

 “Il nostro affare migliore è concederci un minuto tutto per noi e aiutare gli altri a fare lo stesso per se stessi”.

In un precedente articolo vi ho raccontato di Tom Peters, un signore che di economia ne sa veramente tanto, al quale gli fu posta una domanda: “Quanto tempo occorre per avere successo nel lavoro e nella vita?”. “Un minuto!” Fu la risposta lapidaria di Peters, che subito aggiunse: “Un minuto è il tempo per decidere”. Ossia, in un minuto possiamo modificare il nostro atteggiamento e quel minuto può cambiarci tutta la giornata.

Il tempo, dunque, torna protagonista sia nella vita dell’imprenditore sia in quella di qualsiasi persona, oggi più che mai.

La volta scorsa abbiamo capito che bisogna svolgere delle attività mirate, con impegno continuo e costante, se davvero vogliamo fare la differenza per il futuro delle nostre aziende e delle nostre esistenze.

Bene. Per prima cosa occorre che ci poniamo seriamente una domanda: “Posso fare qualcosa di meglio per prendermi cura di me, in questo preciso istante?“. Perché quando ci prendiamo cura di noi stessi, siamo più vivi e più sereni. E se stiamo bene noi, possiamo anche aiutare gli altri.

Ecco l’importanza di quel minuto che può cambiarci le intere ventiquattro ore. E se quel minuto lo ripetiamo lungo l’arco della giornata, è possibile che ci cambi realmente la vita.

Fermarsi più volte durante il giorno a riflettere su ciò si sta facendo, è come fermarsi con l’auto ai segnali di stop. Gli stop ci aiutano a giungere sani e salvi a destinazione. Ci fermiamo, ci guardiamo attorno e ci rendiamo conto di avere la possibilità di scegliere. Possiamo proseguire o cambiare direzione; oppure fare semplicemente ciò che riteniamo opportuno per il nostro bene. In questo modo sarà difficile che possiamo andare a sbattere contro altre persone che transitano nel nostro stesso incrocio. Perciò quel minuto di ponderazione diventa utile e prezioso per il nostro e l’altrui bene.

In verità credo che ciascuno di noi sappia perfettamente cosa sia meglio per se stesso. Il problema sta tutto nel concedersi quel sacrosanto minuto di vera introspezione per mettersi in contatto con il nostro vero IO e capire finalmente quali azioni compiere per determinare quella differenza, aziendale e personale, alla quale tutti ambiamo.

Insomma, per dirla con un noto proverbio: “Aiutati che Dio ti aiuta”. E, a tal proposito, mi viene in mente una storiella.

Durante un’inondazione un tizio era rimasto bloccato in cima al tetto della sua casa. Il livello dell’acqua intorno a lui si stava alzando pericolosamente. In parecchi gli avevano offerto aiuto, ma lui si rifiutava di lasciare la sua casa e diceva: “Sono un uomo buono, Dio mi aiuterà”. Ma alla fine l’uomo annegò e ne fu molto contrariato. Una volta giunto in paradiso si lamentò del fatto con Dio: “ Perché non mi hai salvato?”. “Accidenti – rispose l’altissimo – ti ho mandato un tronco d’albero, due barche e un elicottero!” Poi si strinse nelle spalle ed esclamò: “Certa gente non si accontenta mai!

Spero di avervi strappato un piccolo sorriso, ma adesso, fuor di metafora, cerchiamo per davvero di trovare il tempo per quel minuto, perché si tratta di decidere se fare o no il nostro affare migliore.

Giovanni Matera

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