Credo che nulla sia nato per caso, e che ogni cosa in natura abbia una sua precisa funzione.
Non voglio assolutamente entrare in una dimensione mistica, ma studiando e approfondendo gli argomenti trattati in questo libro, ho capito che ogni essere umano presente su questa terra, abbia un qualcosa di unico e importante da realizzare.
Sta a ognuno di noi scoprire quale sia la propria missione, quale la propria “voce”.
A tale proposito, mi viene in mente una storia vera e molto bella che vorrei raccontarvi.
Una sera, in Scozia, verso la fine dell’Ottocento, un contadino che stava per terminare la sua lunga giornata di lavoro, udì delle urla di qualcuno in pericolo. Corse nella direzione di quella voce e vide un bambino che stava annegando nella palude. Allora, senza pensarci due volte e a costo della propria vita, si lanciò in quel temibile pantano e, con grande fatica, riuscì a tirare fuori il malcapitato bimbo dalle sabbie mobili, salvandolo da morte certa.
Il fato volle che quel bambino fosse figlio di un nobile.
Una persona molto facoltosa che, per riconoscenza verso il salvatore del proprio figliolo, di notte piombò a casa del contadino e disse:
“Senta, lei ha salvato la vita di mio figlio ed io le sarò per sempre riconoscente.
Orbene, so che anche lei ha un figlio, lasci che io provveda al suo sostentamento economico affinché egli possa accedere alla migliore istruzione del Regno”.
E così il figlio di quel contadino, grazie al generoso provvedimento del nobile signore, poté ricevere un’ottima istruzione e diventare un grande medico.
Quel medico si chiamava Alexader Fleming, lo scienziato premio Nobel (1955) per la medicina, che ha salvato milioni di persone in tutto il mondo dalla tubercolosi, dalla polmonite e da tante altre malattie mortali, inventando, nel 1928, la penicillina! Ma la storia non finisce qui, perché le vite del contadino e dell’uomo importante tornarono a incrociarsi ancora.
Alcuni anni dopo, il figlio del nobile signore (lo stesso che molti anni prima stava per annegare nella palude) si ammalò gravemente di broncopolmonite e stava per morire; ma si salvò grazie alla penicillina inventata da Fleming. Il nome del figlio del nobile signore era: Sir Winston Leonard Spencer Churchill, primo ministro del Regno Unito dal 1940 al ’45 e dal 1951 al ’55, l’uomo che fermò l’avanzata di Hitler in Europa e premio Nobel per la letteratura nel 1953.
Morale della favola: il contadino, senza saperlo, con un solo gesto aveva cambiato il corso della storia dell’umanità, per ben due volte. La sua voce interiore era senz’altro quella di un’altruista, venuto sulla terra per compiere una grande azione dalla quale poi sono discese delle conseguenze tanto inaspettate quanto benefiche per l’intero genere umano.
Ora, proviamo a pensare a quel gesto, che abbiamo compiuto durante la nostra vita, di cui andiamo orgogliosi. Sicuramente si tratterà di un’azione che abbiamo fatto in favore di qualcun altro;
e questo ci fa stare bene, ci motiva, ci accende! Questa è la forza di cui abbiamo bisogno per creare il nostro capitale intangibile.
Allora scopriamo la nostra “voce”, troviamo un senso più elevato alle nostre azioni e alla nostra esistenza.
C’è qualcosa di unico e importante che il mondo si aspetta da noi e se non lo realizziamo, nessun altro potrà farlo in vece nostra.
Ed è a questo punto che ci rendiamo conto di possedere talenti e mezzi di cui ignoravamo l’esistenza. Ed è a questo punto che ci sorprendiamo delle nostre stesse potenzialità.