Scegli i tuoi Maestri
“La nostra vita è fortemente condizionata dalle persone che ci stanno intorno, nel bene e nel male. Siamo la media delle prime cinque persone che ci circondano.”.
Non è facile perseverare sulla propria via verso il successo, quando hai persone che ti remano contro. Quelli che dovrebbero essere i tuoi “maestri” finiscono per demotivarti o spegnere il tuo entusiasmo. Nella scuola capita spesso di vedere ragazzi apparentemente indisciplinati che non seguono correttamente le lezioni, poiché la loro creatività li porta da un’altra parte; e quindi sono spesso rimproverati dai propri docenti perché non sono in linea con i compagni di classe e con il programma scolastico.
In questi casi, viene comunicato ai genitori che per il loro figliolo è consigliabile un lavoro di tipo manuale perché, a livello intellettuale, difficilmente potrà combinare qualcosa di buono nella vita.
Bene. Spesso, però, troviamo questi ragazzi, da grandi, a capo di aziende importanti che danno lavoro a tante famiglie. Perché questo? Semplicemente perché i loro insegnanti li hanno giudicati sulla base di programmi scolastici che non tengono conto delle caratteristiche individuali ma che, come vuole il sistema, tendono a uniformarli sminuendo il loro potenziale.
Chi sono loro per dire a te che non ce la puoi fare? Sappi che, nella stragrande maggioranza delle volte, sono proprio loro le persone che non sono riuscite a fare niente di buono; e dicono a te di non essere capace.
Parlo per esperienza diretta. Personale. Dopo la scuola, data la condizione economica della mia famiglia, non ebbi la possibilità di frequentare l’università. Ma non la avvertii come una grande privazione, in fondo non ero mai stato uno studente modello e in più, all’epoca, l’unica cosa che m’interessasse era di perseguire il mio sogno e poter aiutare la mia famiglia. E per farlo, conoscevo una sola via: lavorare.
Una mano in tal senso la ebbi dal Ministero della Difesa quando, con mia somma gioia, appresi che avrei evitato il servizio militare perché l’esercito era in esubero di personale. Allora colsi la palla al balzo: smisi di fare l’operaio e aprii la mia bottega di falegnameria.
Oggi sarebbe impensabile, o quasi, che un giovane possa avere un’ambizione del genere, dacché il sistema scolastico lo prepara soltanto a partecipare a concorsi pubblici. In quel periodo storico, invece, era dato per scontato che un giovane mettesse su una propria attività, dopo un lungo periodo di apprendistato.
A dirla tutta, oggi i ragazzi sono intimoriti dal futuro che gli viene prospettato sia dalla scuola sia dall’ambiente famigliare, tanto da non riuscire a confessare i propri sogni. Perché i ragazzi, viva Dio, sanno sognare. Hanno solo bisogno di essere un po’ incoraggiati per superare quelle paure indotte, – spesso ingiustificate – e sprigionare la loro forza, le loro potenzialità, la loro fantasia per cogliere opportunità, raggiungere mete e realizzare quei sogni che altrimenti rimarrebbero soffocati.
E allora, cari giovani, insieme agli incoraggiamenti, ci andrebbero anche degli utili suggerimenti, non fosse altro che per evitarvi gli errori commessi dai vostri predecessori, come me. Parlo sempre per esperienza diretta e personale.
Riconoscere i veri maestri, cioè persone che hanno ottenuto grandi risultati, potrebbe non essere così semplice. Pertanto ci sarebbero alcune cose importanti che dovreste prendere in considerazione:
Mantenete un atteggiamento di umiltà e di ammirazione, quando vi confrontate con le persone. Anche se avete già raggiunto risultati nella professione, potete sempre imparare dagli altri. La verità non sta nelle vostre tasche e i grandi, quelli veri, sanno che non c’è mai fine al proprio miglioramento.
Non seguite un solo maestro come unico “guru”. Non limitatevi mai a una sola “scuola di pensiero”. Create una collezione in continua espansione di esempi nobili, di idee, di persone da cui prendere spunto.
Prendete dai vostri maestri il buono e l’utile, senza giudicare. Talvolta alcuni maestri che possono insegnarvi tantissimo, avranno vite disastrate o qualche comportamento non etico. Finché questo non divenga dannoso per la vostra morale personale, prendete tutte le cose utili che poi utilizzerete per sviluppare i vostri progetti, e lasciate da parte il resto. Nessuno è perfetto.
Individuate chi sono le persone che possono sminuire il vostro potenziale. Alcune volte chi è in posizione di leadership e si presume dovrebbe incitarvi, aiutarvi o insegnarvi, in realtà fa di tutto per affossare il vostro potenziale. A volte il successo è racchiuso nel fare il contrario: li possiamo chiamare i “Non Maestri”.
Quante volte hai capito che sarebbe stato meglio fare tutto il contrario… e poi hai avuto ragione?
Tornando alla mia esperienza diretta e personale, citerò dei nomi che ai molti non diranno nulla, ma che a me hanno dato tanto: Giovanni Russi e Simone Tamborrino. Sono stati i miei primi maestri, quelli che mi hanno insegnato non solo il mestiere di falegname ma anche a diventare la persona che oggi sono; e di questo non li ringrazierò mai abbastanza.
Ad arricchire il mio bagaglio di conoscenze, proprio nel momento in cui il mondo stava cambiando (una decina d’anni fa) ho avuto il privilegio di imbattermi in altri due grandi maestri, Paolo Ruggeri e Andrea Condello (cui mi sono ispirato per questo articolo). Paolo per me è stato una preziosa guida, e non basterebbe un capitolo intero per raccontarvi tutti gli utili insegnamenti da lui ricevuti, che ho messo proficuamente a frutto.
Uno su tutti è stato l’avermi fatto comprendere i meccanismi dell’etica e le conseguenze del non rimanere fedele ai propri valori. Paolo Ruggeri, in qualche modo, ha contribuito a “raddrizzare” la mia vita consigliandomi di rimanere sempre e comunque in linea con i miei valori, in tal modo avrei conseguito prosperità e benessere. E così è stato.
Avere abbracciato i meccanismi dell’etica è stata la mia assicurazione sulla vita.
Come suggerisce Stephen Covey (“Le sette regole del successo”), maestro indiscusso della formazione imprenditoriale e umana. Lasciatevi ispirare dai grandi e seguite il loro esempio chiedendovi: Che cosa farebbero loro al mio posto? Poi senza troppi dubbi, fatelo anche voi.
Giovanni Matera
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