Il vero ruolo dei genitori

Nessuno possiede la capacità innata di fare bene il genitore, iniziamo tutti da dilettanti. È importante però sapere che il nostro modo di fare influenzerà nostro figlio e i suoi figli per generazioni.

Il punto di partenza, per far crescere dei figli straordinari, è quello di rendersi conto che loro non sono una nostra proprietà. Appartengono a loro stessi. Sono un dono che ci è stato concesso dall’alto, peraltro un dono temporaneo. Il nostro compito non è far si che soddisfino le nostre aspettative, ma di incoraggiarli a sviluppare la loro unicità e individualità.

Khalil Gibran, nel suo magnifico libro Il profeta  esprime questo concetto in modo straordinario, scrive:

“I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,
E benché stiano con voi non vi appartengono.
 

Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in
sogno.
Potete sforzarvi d’essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con il giorno già trascorso.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi
…”

Ciò che i nostri figli sono e diventeranno sarà comunque in larga misura un riflesso di quello che noi siamo come persona. Ogni volta che abbiamo un problema con nostro figlio, proviamo a guardarci dentro e chiediamoci che cosa c’è in noi che potrebbe aver causato questa situazione. Solo così ci renderemo conto che effettivamente la mela non cade mai troppo lontana dall’albero.

Quasi tutti i problemi dei figli sono riconducibili alla percezione di non essere stati amati e accettati totalmente da uno o entrambi i genitori. La negazione dell’amore è senza dubbio il problema più dannoso che un bambino possa sperimentare durante gli anni della crescita, danneggiando in lui il normale sviluppo mentale ed emotivo, con gravi ripercussioni del comportamento e della personalità nella vita adulta.

Se desideriamo che i nostri figli siano eccezionali, diciamo loro che li amiamo ogni singolo giorno. Ci sono tre modi per dire ai figli che li amiamo:

Contatto visivo. I bambini hanno dei “serbatoi emozionali” che riempiono con l’amore che bevono dagli occhi dei genitori. I bambini che non ricevono questo tipo di contatto, non si sentono veramente amati e credono di aver fatto qualcosa che i loro genitori non approvano, ma non sanno cosa sia.

Contatto fisico. Abbracciare e baciare i figli è il modo più bello di comunicargli che sono amati e apprezzati davvero. I bambini che non ricevono abbracci e baci dai genitori, alla fine arrivano a pensare di non meritarseli.

L’attenzione dedicata. È fondamentale dedicare attenzione e passare molto tempo con i propri figli. I bambini hanno bisogno di stare con i genitori, di parlare e confrontarsi con loro. Questo tempo è il loro cibo per crescere sani.

Spesso i genitori, in buona fede, criticano i figli nell’intento di stimolarli e aumentarne la loro efficacia, invece le critiche distruttive abbassano la stima che un ragazzo ha delle proprie capacità, del proprio autoconcetto, fino al punto che egli eviterà del tutto di dedicarsi a determinate attività.

Un fattore decisivo per i risultati scolastici dei figli è il dove e il quando fanno i compiti. Una volta, nelle case dei ragazzi con ottimi rendimenti, i compiti si facevano sul tavolo della cucina, prima o dopo cena, con la televisione spenta e alla presenza dei genitori i quali si offrivano di aiutare i figli e, all’occorrenza, cercavano di prendere famigliarità con gli esercizi da svolgere. Chi invece otteneva scarsi risultati, proveniva da famiglie i cui genitori mandavano i figli in camera loro a fare i compiti, e questo nel caso in cui ci fosse un minimo interesse nella cosa da parte loro. Quando ci disinteressiamo dei compiti dei nostri figli e li mandiamo da soli a farli in camera loro, il messaggio che ricevono è che i compiti, e quindi il lavoro scolastico, non sono poi così importanti. I bambini che non imparano a fare i compiti entro l’età di dieci anni, raramente saranno in grado di ottenere buoni risultati nella propria carriera scolastica, perciò abbiamo il dovere di costruire la loro autostima.

I ragazzi dotati di un solido autoconcetto e di alta autostima pensano in maniera autonoma, sono orientati verso il successo, il rendimento e la realizzazione personale. Sono più concentrati nel realizzare il loro potenziale piuttosto che a compensare le proprie mancanze. Sviluppano l’abilità di rinunciare alla gratificazione immediata al fine di ottenere di più nel futuro.

Credo che la cosa più dolce che un uomo possa fare per i propri figli sia amare la loro madre; e che la cosa più dolce che una madre possa fare per i propri figli sia amare il loro padre. I bambini imparano ad amare crescendo in una casa in cui l’amore è espresso e condiviso liberamente.

E allora, mettiamoci seduti con i nostri figli, facciamo quindi un respiro profondo e chiediamo scusa per ogni tipo di critica distruttiva o punizione fisica cui li abbiamo sottoposti. Quando ci scusiamo, dimostriamo a nostro figlio che siamo esseri umani. Non siamo perfetti. Gli dimostriamo che abbiamo il carattere di ammettere di aver sbagliato. Molti genitori hanno visto i figli cambiare dalla mattina alla sera, grazie a questo semplice esercizio di mettersi seduti con loro e confessare i propri errori.

La relazione più duratura che possiamo costruire è quella con i figli: durerà fino alla fine dei nostri giorni; e se li trattiamo con amore, pazienza e comprensione, ne raccoglieremo i frutti per sempre.

Giovanni Matera

Per consultare altri miei articoli:

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