Il Manager che demotiva i suoi collaboratori, mentre pensa di motivarli

 Nel precedente articolo abbiamo appreso, con stupore direi, che nel decalogo delle priorità del personale di un’azienda, il trattamento economico non occupa la prima posizione ma addirittura la quarta. Sicché il denaro, per i lavoratori, non è necessariamente la cosa più importante. Allora vediamo quali sono realmente le prime tre cose cui tengono di più i nostri collaboratori.

 

  1. Pieno apprezzamento per il lavoro svolto.

Le persone che lavorano vorrebbero sentirsi dire, dai loro superiori, ciò che fanno di buono e non ricevere soltanto rimproveri per qualche errore commesso. Chi pensa che richiamare o ammonire un collaboratore, per un lavoro non eseguito bene, sia il modo migliore per farlo rendere di più e crescere professionalmente, non solo commette un grave errore di valutazione, ma ottiene esattamente il risultato contrario. Quel collaboratore, redarguito e dileggiato, sarà sempre più insicuro e demotivato e la sua autostima andrà in pezzi.

Il Manager dovrebbe girare per l’azienda, mentre i collaboratori svolgono correttamente il proprio ruolo e sorprenderli con un complimento, poiché sono gli apprezzamenti che rendono le persone più solidali e motivate.

 

  1. Sentirsi coinvolti nei problemi del lavoro.

“Le persone prive di informazioni non possono agire in modo responsabile. Le persone informate sono obbligate ad agire in modo responsabile”.

Facciamo un esempio. Immaginiamo una squadra di calciatori che, per qualche strano motivo, non sappia mai il risultato della partita o quale sia la propria posizione in classifica e, addirittura, ignori chi sia quella squadra in casacca giallo-verde contro di cui sta giocando. Quale sarebbe il livello di motivazione di quei giocatori? Ovviamente scarso. Adesso immaginiamo che i nostri collaboratori non conoscano il fatturato del mese, né se questo sia in linea con gli obiettivi dell’azienda. Oppure se il fatturato dell’anno in corso sia in aumento o in diminuzione rispetto all’anno precedente. E ancora, che non siano a conoscenza del piano aziendale per i prossimi anni. Il loro rendimento sarebbe di sicuro insufficiente. Insomma, se i collaboratori fossero ben informati sulla situazione della propria azienda, si sentirebbero più coinvolti e sarebbero anche più produttivi.

 

  1. Comprensione e interesse verso i problemi personali.

Ciò che veramente motiva i nostri collaboratori è, soprattutto, l’interesse e l’attenzione che mostriamo nei loro confronti. Se avremo sincera considerazione per loro, in cambio dai medesimi riceveremo altrettanto interesse e attenzione.

Allora chiediamoci se e quando è stata l’ultima volta che abbiamo pranzato con un nostro collaboratore? Quando ci siamo davvero interessati alle sue aspirazioni e alle mete che intenda raggiungere nella nostra azienda? Quand’è stata l’ultima volta che ci siamo interessati alle sue vicende personali, alla sua famiglia, alla sua vita? Se e quando l’ultima volta che gli abbiamo detto che, per noi, lui è importante come persona?

Gli Apprezzamenti sono come i sorrisi. Non costano nulla ma, a volte, possono essere la chiave miracolosa per grandi cambiamenti.

Giovanni Matera

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