Da cosa dipendono i nostri risultati?

“Siamo prigionieri delle nostre idee” – Ralph Waldo Emerson

Negli ultimi articoli abbiamo parlato di sogni, progetti e mete. Adesso proveremo a capire come fare per renderli reali quei sogni e progetti, come poterle raggiungere quelle mete. Innanzitutto occorre che ci appuntiamo su un foglio di carta ciò che davvero desideriamo, fissandone con chiarezza la relativa meta da raggiungere nell’arco di un orizzonte temporale di uno, due, cinque o più anni, secondo l’importanza del progetto da realizzare.

Sembrerà strano ma il solo fatto di trasferire su carta il proprio sogno, definendone anche il tempo della sua realizzazione, genera in noi un’inaspettata positività, una nuova linfa vitale. Con questa semplice azione si risveglia la nostra vera essenza, la parte più profonda di noi che giace sotto le macerie dei pensieri negativi spintici addosso dall’ambiente circostante.

Ciò di cui vado asserendo non è basato soltanto su teorie, peraltro ampiamente dimostrate, ma anche sulla mia personale esperienza. Lungo il mio viaggio verso il raggiungimento delle mete, che mi sono sempre appuntato su carta, ho incontrato numerosi ostacoli – a volte talmente drammatici da farmi desistere dal proseguire – ma, in extremis, mi è sempre bastato rileggere i miei appunti, rifocalizzare quelle mete, per riprendere il cammino con più convinzione ed entusiasmo di prima.

Il foglio dei nostri appunti è un po’ come la carta nautica per i marinai: permette di superare burrasche e tempeste e riprendere la rotta smarrita.

Per ottenere dei risultati migliori nella nostra azienda, converrete con me che occorre prima migliorare noi stessi, con l’informazione e lo studio, e, di conseguenza, formare i nostri collaboratori. L’esito di questo lavoro sarà direttamente proporzionale alle azioni che compiremo: da come spiegheremo i concetti, dall’enfasi e dalla convinzione che metteremo in campo, dalla nostra abilità di modulare anche il tono della nostra voce e da quanto saremo bravi a coinvolgerli.

Possiamo quindi dire che i risultati che vorremo ottenere – nella vita professionale, come anche in quella privata – dipendono esclusivamente dalle azioni che andremo a compiere le quali determineranno l’avvicinamento o l’allontanamento dai medesimi risultati.

Da cosa dipendono le azioni? Le azioni non sono altro che la conseguenza pratica delle idee, le quali sono il frutto della conoscenza, esperienza, convinzioni e cultura. Il nostro ragionamento quindi si può sintetizzare nella seguente semplice equazione: Idee > Azioni > Risultati.

Ora, ne consegue che, se non riusciamo a ottenere i risultati che c’eravamo prefissi, evidentemente non stiamo compiendo le azioni appropriate; quindi, occorre innanzitutto cambiare alcune idee fondamentali che ci consentano di mettere in atto le corrette azioni da finalizzate al nostro scopo.

Quanti manager o persone comuni vediamo quotidianamente stressati, sovraccarichi d’ansia, di incertezze e di problemi concernenti la gestione del personale (o della famiglia), inconsapevoli del fatto che l’origine del loro stress dipenda soprattutto dalla propria ostinazione a voler cambiare le azioni dei loro collaboratori (o dei propri famigliari), invece di agire con discernimento e persuasione al cambiamento delle loro idee.

Giovanni Matera

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