Credenze

Siamo spesso indotti a credere che gli eventi esterni condizionino la nostra vita e che l’ambiente influisca in modo determinante sulla nostra formazione. Niente di più falso. Non sono gli eventi esterni della nostra vita a modellarci, ma le nostre convinzioni sul significato di tali eventi.

Due donne compiono settant’anni ma per ciascuna delle due quest’avvenimento ha un significato diverso. Una sa che la vita volge al termine è che arrivato il momento di tirare i remi in barca. L’altra, invece, decide che quello che una persona può fare a qualsiasi età, dipende solo da quello in cui crede. Allora decide di frequentare l’Università della Terza Età, dove acquisisce nuove conoscenze e capacità: attività motorie, recitazione, canto ecc. e riesce anche a esibirsi davanti a un pubblico; cose che la signora non avrebbe mai immaginato di poter fare nella vita.

Come si vede, non è mai l’ambiente, non sono gli avvenimenti della nostra vita ma il senso che a tali avvenimenti noi attribuiamo, il modo in cui li interpretiamo, a determinare quello che siamo oggi e che diventeremo domani. Le credenze, le convinzioni sono la forza guida che ci condurranno al dolore o al piacere. Le convinzioni hanno il potere di creare, ma anche quello di distruggere. Se vogliamo operare cambiamenti concreti e duraturi nel nostro comportamento, dobbiamo cambiare le nostre credenze e convinzioni che c’è lo impediscono.

Nulla succede per caso, c’è sempre una ragione per tutto quello che accade, in questo dobbiamo crederci altrimenti cominceremo veramente a distruggere la nostra capacità di vivere.

Che cos’è, insomma, una credenza? Se diciamo che pensiamo di essere intelligenti, in realtà stiamo dicendo: “Mi sento sicuro di essere intelligente”. Questo senso di certezza ci dà modo di attingere a risorse che ci permetteranno di produrre risultati intelligenti. Al contrario la mancanza di convinzione, la mancanza di certezza ci impedirà di fare uso delle capacità insite dentro di noi.

Pensiamo all’idea come al ripiano di un tavolo senza gambe. Senza gambe il ripiano non si reggerà in piedi da solo. La convinzione è, per così dire, un ripiano con le gambe. Se siamo veramente convinti di essere intelligenti e abbiamo dei riferimenti per sostenere l’idea (cioè alcune passate esperienze in proposito) questi riferimenti sono le “gambe” che danno solidità al nostro ripiano che rendono certa l’idea, cioè ne fanno una convinzione, una credenza.

Gli ottimisti, pur non avendo solo riferimenti di successo, riescono a ignorare pensieri come: “Ho fallito” oppure “Non posso riuscirci” producendo riferimenti di fiducia, cioè facendo appello alla propria fantasia, immaginando se stessi nell’atto di fare qualcosa di diverso e di riuscirci. È questa particolare abilità, questa concentrazione unica, che permette loro di insistere finché alla fine ottengono le informazioni che fanno loro superare la prova.

Tutti i leader, tutta la gente che ha ottenuto successo in un campo particolare, conoscono il potere di perseguire una visione, anche se tutti i dettagli sul come riuscirvi non sono ancora a loro disposizione. Se sviluppiamo il senso di assoluta certezza, allora possiamo riuscire a fare praticamente tutto, comprese le cose che altri ritengono impossibili.

Una delle maggiori sfide nella vita di tutti noi è sapere interpretare gli insuccessi! L’atteggiamento che abbiamo nei confronti delle sconfitte e delle loro cause influirà in modo determinante sul nostro destino. Ebbene ricordare che, finché crediamo in qualcosa, il nostro cervello continuerà ad agire come un pilota automatico, filtrando ogni input dall’esterno e cercando riferimenti per convalidare la nostra credenza, qualunque essa sia.

Tutte le conquiste personali cominciano con un cambiamento di credenza. Il metodo più efficace per cambiare una credenza è far sì che il nostro cervello associ un grave dolore a una vecchia credenza. Dobbiamo sentire nel profondo di noi che quella convinzione non soltanto c’è costata sofferenza in passato ma che ci potrebbe costare anche in futuro; e se siamo veramente onesti con noi stessi, dobbiamo ammettere che ci sono alcune convinzioni che anni fa sostenevamo a spada tratta e delle quali oggi quasi ci vergogniamo.

La convinzione dei veri credenti è stata spesso sfruttata da pretesi salvatori che nascondevano le loro intenzioni criminali sotto panni di santità: è ciò che è successo a quel gruppo che viveva nella Guyana; quelle persone sono arrivate ad avvelenare prima i figli e poi se stesse con il cianuro per ordine di un pazzo finto messia di nome Jim Jones.

Il guaio delle convinzioni è che spesso si basano sull’entusiasmo che altri manifestano per le nostre credenze. Perciò spesso la gente crede in una cosa solo perché ci credono gli altri. In psicologia questo si chiama “prova sociale”. Ma la prova sociale non è sempre esatta. Quando la gente è incerta su che cosa fare, guarda gli altri per avere un orientamento.

Il dolore resta sempre l’arma migliore per indurci a cambiare una convinzione “Siamo quello che pensiamo. Tutto ciò che siamo, nasce con i nostri pensieri… Noi creiamo il nostro mondo”.  (Buddha)

Quello che veramente importa è se le nostre convinzioni ci danno forza o ci indeboliscono. Cominciamo a prendere l’abitudine di concentrarci sulle conseguenze di tutte le nostre credenze, ci stanno infondendo vigore, spingendoci all’azione nella direzione che vogliamo, o invece ci sono d’impaccio?

Giovanni Matera

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www.giovannimatera.