Che cosa motiva il nostro collaboratore?
“Personalmente vado matto per le fragole con la panna; ma non so per quale strana ragione, i pesci preferiscono i vermi”. Dale Carnigie
Ho preso a prestito la frase di Carnigie, a mo’ di metafora, per focalizzare una delle più grandi difficoltà che incontra chi gestisce del personale: capire veramente quali siano le molle che fanno muovere le persone.
Un pescatore che sulla lenza mettesse delle fragole, non vedendo abboccare i pesci, potrebbe sfiduciarsi, irritarsi e pensare erroneamente che non abbiano fame.
Torniamo alle “molle”, ossia alle motivazioni che spingono le persone a compiere un qualunque atto. Prendiamo l’esempio di una vendita. Nell’atto della vendita, il rivenditore cerca di far compiere uno sforzo economico all’acquirente, ed è comprensibile che la molla che spinge quest’ultimo ad acquistare sia la soddisfazione delle proprie esigenze e dei propri desideri. Lo stesso dicasi per il personale di una nostra azienda. Se vogliamo che i nostri collaboratori compiano uno sforzo per essere più organizzati, più laboriosi ed entusiasti del proprio lavoro, dovremmo necessariamente agire sulle molle della riconoscenza e della gratificazione. Lo stipendio alla fine del mese, da solo, non è più sufficiente a creare motivazioni e coinvolgimento. L’evoluzione del tenore di vita ha prodotto l’aumento di bisogni e aspirazioni anche nel nostro personale. Pertanto, la sola corresponsione del salario mensile equivale a mettere fragole sulla lenza, anziché vermi.
Seguitando per metafore, e facendo appello a reminiscenze scolastiche, vorrei ricordare a me stesso una semplice legge della fisica: “A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Se spingiamo una pietra con il dito, anche il nostro dito sarà spinto dalla pietra”.
Un’agenzia di formazione ha condotto un’imponente indagine sul quesito: “Che cosa vogliono i collaboratori?”. In questo grosso lavoro sono stati coinvolti diversi manager (me compreso) di aziende differenti, sia per tipologia sia per dimensioni. Bene. I risultati dell’inchiesta sono più che sorprendenti. Nella maggior parte dei casi, quando i dirigenti tentano di motivare il personale, lo fanno sempre mettendo fragole sulla lenza.
Ma vediamo adesso quali sono le reali esigenze dei nostri collaboratori e quali le questioni da loro ritenute più importanti.
- Apprezzamento per il lavoro svolto.
- Sentirsi coinvolti nei problemi del lavoro.
- Comprensione e interesse verso i problemi personali.
- Buon livello salariale.
- Sicurezza sul posto di lavoro.
- Lavoro interessante.
- Promozioni e crescita insieme all’azienda.
- Lealtà della direzione verso i collaboratori.
- Buone condizioni di lavoro.
- Disciplina non opprimente.
Come si può notare, la vera sorpresa sta nel fatto che il denaro non è in cima ai pensieri del personale, ma soltanto al quarto posto. Sicché, se dovessimo continuare a mettere fragole sulla lenza, rischieremmo la concreta possibilità di demotivare irreparabilmente i nostri collaboratori o, peggio, di essere presto abbandonati dai migliori di loro.
Giovanni Matera
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