Abbiamo bisogno di leader

Chi è un leader?

La definizione convenzionale della parola “leader” dice: “Leader, persona di riferimento o al comando di un movimento o di un gruppo”; ma un leader non è soltanto questo. E’ molto altro ancora.

Prima di proseguire nel discorso che vado a esporvi, concedetemi una piccola digressione.

  • Alcuni tagliatori di marmo sono intenti a svolgere il loro compito: tagliare il marmo della cava in blocchi. Un tale si accosta e, rivolgendosi a uno di loro, chiede che cosa stia facendo. Quello, piuttosto seccato, risponde: “Sto tagliando dei blocchi di marmo”. Accostandosi a un altro, e formulando la stessa domanda, riceve quest’altra risposta: “Sto facendo la mia parte nella costruzione di una grande cattedrale”. –

La differenza tra i due tagliatori è palese: il primo ci vede solo dei semplici blocchi di marmo; il secondo ci vede addirittura una cattedrale. Chi dei due è un potenziale leader? La risposta è più che ovvia.

Il leader (quello vero) percorre i sentieri del cielo con lo sguardo, tenendo però ben piantati i piedi nella terra. Ha il coraggio di sognare e l’intelligenza di agire, poiché egli non è un visionario, ma un individuo con la chiara visione di quello che intende realizzare. Il leader non è solo capace di immaginare, ma anche di trasmettere quelle stesse immagini agli altri: far vivere loro ciò che ancora non esiste. Il leader, quando parla, disegna nell’aria il volto del futuro, il ritratto del domani; fa sentire che con quel domani tutti avranno realmente a che fare; che potrebbe essere piacevole e anche conveniente crederci e investire in esso; che in quel domani potrebbe compiersi una nuova rinascita dell’uomo e della società.

Un vero leader, Martin Luther king, disse: “I have a deam” (Io ho un sogno) e migliaia di persone piansero commosse. Nonostante Martin sia morto da qualche tempo, quel sogno vive ancora nei cuori di molta gente.

Un leader vero è un originatore di cambiamenti positivi intorno a sé. E’ colui che, prima degli altri, si rende conto che bisogna cambiare qualcosa e quindi, avendola prima cambiata in se stesso, si prodiga affinché, di quegli stessi cambiamenti positivi, ne giovino anche le persone che lo circondano.

Un uomo, o una donna, che si possa definire davvero un leader, spesso non coincide con la posizione che occupa in un organigramma aziendale, amministrativo, politico; o dai gradi sulla divisa, dal potere economico o dai voti ottenuti. Lo stato di leader non può derivare da un’autoinvestitura, ma è naturalmente attribuito a un singolo dalla sua comunità la quale si riconosce e crede il lui, poiché egli si pone in maniera causativa nei confronti dei suoi simili, facendosi carico d’ogni responsabilità rispetto alla soluzione dei problemi che riguardano tutti.

In un mondo che cambia a un ritmo vorticoso, la prima funzione di un leader è di guidare i cambiamenti. Il leader è chiamato ad aggiornare il modo in cui i suoi collaboratori, famigliari, concittadini, elettori ecc. Percepiscono la realtà e, quindi, anche la maniera di rispondere adeguatamente alle diverse innovazioni.

Il vero leader, difronte alle tante difficoltà della sua azienda, della propria famiglia o della comunità di cui è parte, non si limita (come la maggior parte della gente) a osservare, criticare e lamentarsi; egli agisce con fermezza e determinazione e risolve, sapendo che quello è un suo preciso compito.

Dio sa quanto bisogno abbiano di veri leader in questo momento.

La missione di un leader consta di creare un humus e un clima particolarmente adatti alla nascita di nuovi germogli, una stagione propizia a una nuova fioritura: una primavera. Dimostrare a tutti che si può ricominciare dal principio; che ci sono nuovi e rigogliosi prati da esplorare.

Certo non è cosa facile, ma credo che l’essenza della missione di un vero leader consista proprio nell’organizzare la primavera.

Giovanni Matera

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