Start up e nuovi progetti
Che cosa bisogna fare per lanciare un nuovo progetto aziendale o uno Start up?
Innanzi tutto bisogna chiedersi che cosa vogliamo realizzare. La risposta a questa semplice domanda farà già una grande differenza. In base al tipo di risposta si può capire fin dove è possibile arrivare e quanto l’idea potrebbe rendere. Il segreto che spinge le persone a compiere cose che mai avrebbero immaginato di fare, o di saper fare, sta tutto nel seguire un sogno, un’idea.
Il sogno è la chiave che rende tutto possibile. Tutto quello che ci circonda, è fatto di sogni. Qualcuno ha avuto l’idea, che poi lui stesso o qualche altro ha trasformato in realtà.
Tanti anni di esperienza sul campo mi hanno insegnato che i nuovi progetti, per avere successo, devono avere alcuni requisiti fondamentali:
- Fare qualcosa che gli altri non fanno o reputano difficile fare
Questo ci consentirà di entrare in un mercato quasi vergine e ottenere un margine elevato (diversità = marginalità). Fare qualcosa che altri non fanno non significa inventare ciò che non esiste ancora, ma semplicemente fare le stesse cose in un modo diverso. Questo si chiama innovazione. Innovare significa per esempio: prendere un modo di fare che è tipico di un altro mestiere diverso dal tuo e applicarlo nel tuo; ed ecco la novità.
- Fare in modo che il nostro prodotto o servizio siano unici nel loro genere
Il mercato non ha bisogno di un nuovo bar, ma di un bar dalla nuova filosofia.
Chiediamoci sempre qual è il vantaggio, o meglio, qual è l’affare che il cliente farebbe venendo a compare un prodotto o servizio da noi? Creando il prodotto o servizio, dobbiamo offrire una buona storia da raccontare. Il prezzo è importante, ma non è per quello che il cliente sceglie noi. E’ per la bella esperienza d’acquisto che ha fatto nel nostro negozio: “Marketing Esperienziale”.
- Promuovi, promuovi, promuovi…
Il marketing è il motore fondamentale della nostra nuova attività. Sondiamo il mercato e poi promuoviamo in maniera massiva. Creiamo il nostro Brand (Emozione vibrante nella testa del nostro potenziale cliente), così saremo premiati non soltanto per il prezzo e il buon prodotto, ma anche per come il nostro marketing saprà incidere positivamente nel territorio: Marketing 3.0.
- Teniamo fuori dal progetto e da qualsiasi idea ogni persona, soprattutto gli inetti.
Facciamo in modo che possano partecipare solo le persone che si mostrano molto curiose del progetto e quelle che, in qualche modo, portano un contributo. Se apriamo una nuova attività e tra i soci, o gli operativi, inseriamo una persona che a parole dice di fare ma poi, in realtà, non muove un dito o crea solo danni, beh, questo tipo di persona sarà la causa di numerosi attriti e malfunzionamenti in azienda; quindi, inseriamo solo persone funzionali al progetto. E’ di vitale importanza che i futuri soci e collaboratori sposino in pieno la nostra idea, altrimenti è destinata a fallire. Questo è forse uno dei passaggi più delicati e fondamentali dell’impresa.
- Affidare a terzi ogni attività che non crea valore per il mercato o il cliente
Il resto gestiamola noi direttamente. Ad esempio, la contabilità si può anche darla fuori, non ha un vero valore immediato.
- Migliora te stesso
Persone e aziende di successo hanno capito che, per crescere, devono dotarsi di un programma per migliorare se stesse. Non vi è capitale che non sia stato creato da un atto di intelligenza umana; sicché, se smettiamo di studiare, si chiuderà il circolo delle idee e, nello stesso tempo, si chiuderà anche il circolo della ricchezza. Perciò non è tanto importante, quanto bravi già siamo. Quello che veramente conta, è quanto più aspiriamo a diventarlo. Allora, partecipiamo a seminari, corsi di formazione, leggiamo libri, visitiamo posti e aziende diverse dal nostro settore, osserviamone le diversità. L’80% della ricchezza dei paesi più progrediti, è fatta di conoscenza e saper fare.
La nuova competizione è sul sapere. La cultura non è la ciliegina sulla torta. E’ la torta.
Naturalmente dobbiamo imparare a vendere di più, cercare di realizzare buoni utili, reinvestire e fare le attività classiche, ma, prima di tutto, pensiamo ai punti sopra elencati. Funzionano davvero. A me hanno portato bene.
Giovanni Matera
Per consultare altri miei articoli:
www.giovannimatera.it