Migliorare le Nostre Abilità basta l’1% al giorno

“In questo preciso momento noi siamo il risultato delle nostre abitudini che abbiamo adottato negli ultimi cinque anni. Tra cinque anni saremo il risultato delle abitudini che decidiamo di intraprendere a partire da oggi. Ogni cosa che scegliamo di fare o non fare è un voto a favore o a sfavore della persona che vorremmo diventare: sono i piccoli passi che sommati uno all’altro portano al risultato finale”.

La parola chiave di questo articolo è “abitudini”.

Ma cosa sono precisamente? Le abitudini sono il nostro modo di agire abitualmente, appunto, alle cose senza pensarci. Soffermandoci sul nostro passato, potremo scoprire che tutte, o quasi, le nostre abitudini sono il risultato dell’insegnamento e dell’educazione ricevuti dai nostri genitori. Spesso anche solo l’osservazione del comportamento di chi ci stava attorno (famigliari, insegnanti, amici), i programmi televisivi seguiti e i libri letti hanno fatto sì che sviluppassero determinate abitudini. Dunque, anche se non ce ne rendiamo conto, le nostre vite sono governate dalle abitudini e dagli schemi mentali che abbiamo acquisito e sviluppato nel tempo.

Il concetto che provo a trasmettere con questo articolo è che il cambiamento sostenibile nel tempo non passa tanto attraverso la ricerca della motivazione, elemento utilissimo ma sopravvalutato dai più, bensì dall’acquisizione di abitudini che ci portano passo dopo passo verso la realizzazione dei nostri obiettivi.

Jim Rohn, imprenditore e autore di libri sulla crescita personale, ha spiegato che ognuno di noi è la media delle cinque persone che più frequenta abitualmente. Per frequentazione, tra l’altro, possiamo intendere anche quella che deriva dalla lettura dei libri di un autore che potrebbe essere fonte di ispirazione: un grande uomo o professionista.

Nel bene e nel male ognuna delle nostre abitudini è il risultato di tante piccole scelte, tante piccole azioni e decisioni che abbiamo portato avanti nel tempo. Questo perché, diversamente da quanto crediamo, un cambiamento non è un evento epocale, ma un processo in continuo divenire.

Quello che noi consideriamo “evento”, in realtà è solo la punta dell’iceberg che vediamo a occhi nudi ignorando che, sotto l’acqua, c’è uno strato di ghiaccio infinitamente più grande e solido, che è quello che permette all’iceberg di esistere. Quando leggiamo la notizia di uno sportivo che ha firmato un contratto milionario, o di una star che è stata pagata milioni di dollari per una parte in un film, pensiamo che loro abbiano talento. In realtà, il talento è solo la punta dell’iceberg. Sotto c’è un lavoro costante e continuo che ha condotto quell’atleta o quell’attore a raggiungere quel risultato.

È il mindset che fa la differenza;

Ovvero la forma mentis con la quale si approccia alla realtà, quell’insieme di idee che ti appartengono, frutto delle tue esperienze, della cultura, dell’educazione e, in generale, della nostra vita. Perché la vita è composta per il 20% da quello che ci accade e per l’80% da come accogliamo quello che ci capita. Questo fa la differenza anche nei processi di cambiamento.

Luca Mazzucchelli psicologo, psicoterapeuta e autore del libro “fattore 1%” ci propone di settare il nostro atteggiamento mentale e di tarare il nostro mindset sul fattore 1%. In poche parole, se vogliamo attuare un cambiamento sostenibile nel tempo, dobbiamo procedere per piccoli passi: Voglio crescere dell’1% su una specifica competenza, voglio dedicare l’1% della mia giornata a imparare o migliorare un’abilità, ecc.

Iniziare dall’1% è un passo talmente piccolo che non porta a sperimentare un’eccessiva dissonanza rispetto a un’abitudine che vogliamo aggiungere o che vogliamo togliere, ma può essere sufficiente per iniziare a ridefinirsi come persona, aprendo la strada a cambiamenti anche di grande portata.

“Ogni lungo viaggio, inizia col primo passo”.

A questo punto quello che dobbiamo imparare a fare nel nostro quotidiano, è aggiungere un sistema di misurazione a sostegno del comportamento che vogliamo favorire, “non possiamo ottenere ciò che non misuriamo”. Non dobbiamo mai dimenticare di misurare i nostri progressi per non perdere di vista il punto in cui siamo giunti nel conseguimento dell’obiettivo, perché senza questo accorgimento il nostro cervello avrà l’impressione di girare a vuoto.

Una delle abitudini chiave per mettere il turbo alla crescita della propria persona e della propria professione, è quella di investire su se stessi attraverso la formazione. Tradotto nella pratica, significa frequentare corsi di formazione e aggiornamento, leggere libri, vedere video su internet che stimolano e ci diano nuove idee.

Chiuso il circolo delle idee, chiuso il circolo della ricchezza. Cominciamo a modificare o ad aggiungere le abitudini che portano a risultati positivi per la crescita personale e professionale, impegnandoci a migliorare le nostre abilità almeno dell’1% al giorno.

Giovanni Matera