La Regola Aurea

 “C’è un destino che rende fratelli: nessuno va per la sua strada da solo, tutto ciò che inviamo nella vita degli altri torna poi nella nostra”.  Edwin Markham.

Da oltre quattromila anni si predica la Regola Aurea, o Regola d’Oro, come una giusta legge nei confronti degli altri. La Regola d’oro essenzialmente significa: Fare agli altri quello che vorreste fosse fatto a voi.

C’è una legge eterna attraverso la cui opera raccogliamo ciò che seminiamo. Quando scegliamo la regola di condotta con cui regolarci nelle nostre transizioni con gli altri, molto probabilmente saremo onesti e giusti se sappiamo che, a causa della nostra scelta, stiamo mettendo in moto una forza che farà il suo percorso nella vita degli altri, per poi ritornare infine ad aiutarci o ostacolarci, secondo la sua natura.

La scelta se trattare ingiustamente gli altri è nostra, ma se comprenderemo questa legge, dovremmo sapere che le nostre relazioni ingiuste si ritorceranno contro. La legge non si limita solo a rimandare le nostre azioni di ingiustizia e crudeltà verso gli altri, va oltre, molto oltre e ci rimanda i risultati di ogni pensiero che formuliamo. Quindi non è sufficiente “fare agli altri ciò che vorremmo essi facessero a noi”, ma dobbiamo “pensare degli altri ciò che vorremmo essi pensassero di noi”.

La legge su cui si basa la Regola d’oro comincia a influire su di noi nel momento in cui formuliamo un pensiero. Il fatto che la gente nel complesso non abbia capito questa realtà ha portato quasi a una tragedia mondiale. Nonostante la semplicità della legge, essa è praticamente tutto ciò di valido che l’uomo deve imparare, perché è il mezzo con il quale diventiamo padroni del nostro destino.

In epoche meno illuminati e tolleranti dell’attuale, alcuni dei più grandi pensatori che il mondo abbia mai prodotto hanno pagato con la propria vita il fatto di aver osato rivelare questa legge in modo che potesse essere capita da tutti. Alla luce della storia del mondo, le persone si stanno gradualmente sbarazzando del velo di ignoranza e intolleranza, e oggi io non corro alcun pericolo fisico nello scrivere quello che pochi secoli fa mi sarebbe costato la vita.

Per una dimostrazione più ragguardevole e autorevole, vi rimando agli insegnamenti e alla filosofia di Gesù Cristo, Socrate, Epitteto, Confucio, Emerson e due tra i filosofi più moderni, James e Munsterberg, dalle cui opere si possono trarre gli elementi fondamentali di questa legge, con l’eccezione di ciò che ho raccolto dalla mia stessa limitata esperienza personale.

Se desideriamo sapere cosa succeda a chi ignora del tutto la legge su cui si basa la filosofia della Regola d’Oro, scegliamo chiunque all’interno della nostra comunità, sapendo che l’unico principale obiettivo è accumulare ricchezza, e che non abbia scrupoli di coscienza su come accumula tale ricchezza. Studiamo queste persone e noteremo che non vi è calore nella loro anima, non vi è gentilezza nelle parole, né apprezzamento sul loro volto. Sono diventate schiave del desiderio di ricchezza, sono troppo impegnate a godersi la vita (non sempre) e troppo egoiste per desiderare di aiutare gli altri a godersela. Camminano, parlano, e respirano, ma non sono nulla di più di un automa umano. Eppure molti invidiano questo tipo di persone e desidererebbero essere al posto loro, nella stupida convinzione che siano persone di successo. Non potrà mai esserci successo senza felicità, e nessuno può essere felice senza portare felicità agli altri, che oltretutto deve essere una cosa spontanea e senza obiettivi, se non quello di diffondere il sole nel cuore di chi è oppresso.

Qualche lettore a questo punto potrebbe porsi la domanda: perché l’argomento onestà non sia stato nominato in questo articolo come requisito importante per il successo? La risposta si trova nella filosofia della stessa legge della Regola d’Oro. Infatti, se applicata correttamente, rende impossibile la disonestà. Rende impossibile anche tutte le altre qualità distruttive come l’egoismo, l’avidità, l’invidia, il bigottismo, l’odio, la malizia, anche il bullismo. Quando applichiamo la Regola d’Oro, diventiamo sia giudice sia giudicato, sia accusatore sia accusato. L’onestà, dunque, comincia nel cuore di ciascuno, nei confronti di se stesso e si estende a tutti gli altri con pari effetti.

Quelli che capiscono e applicano la filosofia della Regola D’Oro sono sempre scrupolosamente onesti, non per il solo desiderio di essere giusti con gli altri, ma anche per il desiderio di essere giusti con se stessi. Loro capiscono la legge eterna su cui si basa la Regola d’Oro e sanno che attraverso l’applicazione di questa legge, ogni pensiero che emettono e ogni atto che compiono si rifletterà in qualche fatto o circostanza che affronteranno in seguito.

Ci sono persone che credono che la filosofia della Regola d’Oro non sia nulla di più che una teoria. Sono giunte a questa conclusione per l’esperienza personale di aver reso dei servizi ad altri senza godere dei benefici di un diretto ricambio. È normale che quando si dona, o si fa qualcosa per una persona, ci si aspetta che quella persona un domani faccia qualcosa per noi, ma non smettiamo di rendere un servizio agli altri soltanto perché loro non ricambiano né apprezzano i nostri sforzi, per tanti motivi:

Quando rendiamo un servizio a una persona o comunque mettiamo in atto un’azione gentile, la prima sensazione è un senso di benessere in noi prima ancora che nella persona che riceve quel gesto, cosa che si può paragonare alla ricarica di una batteria.

Con il tempo, se continuerò in questo mio modo di agire, avrò sviluppato un carattere dinamico e positivo che attirerà persone che sono in armonia o saranno simili al mio carattere. Coloro che io avrò attratto a me, contraccambieranno gli atti di gentilezza e i servizi che avrò reso ad altri, quindi la legge della reciprocità avrà equilibrato per noi la bilancia della giustizia, rendendoci da una fonte i risultati di un servizio che avevamo reso a una fonte completamente diversa.

Giovanni Matera

Per consultare altri miei articoli:

www.giovannimatera.it

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