La Persona, l’Imprenditore… le Opportunità
“Oggi si dice che tante cose non si possono fare perché mancano i soldi. Eppure il denaro c’è sempre per fare alcune cose e mancano per farne altre, ad esempio il denaro per acquistare armi si trova. Per fare le guerre, per poi fare operazioni finanziarie senza scrupoli si trova. Si sottolineano molto i soldi che mancano per creare lavoro, per investire in conoscenza nei talenti, per progettare un nuovo welfare e per salvaguardare l’ambiente. Il vero problema non sono i soldi ma le persone, non possiamo chiedere ai soldi quello che solo le persone possono fare o creare. I soldi da soli non creano sviluppo, per creare sviluppo occorrono persone che hanno il coraggio di prendere iniziative”.
Papa Francesco
Il mondo cambia molto più velocemente della nostra mentalità e, di conseguenza, sistemi sociali e organizzazioni accusano ritardi e restano indietro vittime di un’inerzia alla quale è difficile porvi rimedio. L’assenza di una cultura imprenditoriale nelle aziende ha fatto e farà ancora molte più vittime della stessa crisi, inoltre contribuisce a far aumentare il divario tra il nord e il sud del paese.
Il turismo e le piccole realtà artigianali si stanno spostando sempre più su una gestione imprenditoriale. Non sono più possibili improvvisazioni. In qualsiasi campo lavorativo, se alla base non c’è un minimo di preparazione sulla persona, prima ancora che sull’imprenditore. Ora, è evidente che c’è un lavoro da fare e dei paradigmi da cambiare.
Il primo cambio di paradigma consiste nel formare la persona a una mentalità imprenditoriale che le consenta poi di poter cogliere le opportunità che il territorio offre. Ad esempio, vi sono fondi regionali o europei a disposizione per progetti di vario genere, finalizzati all’occupazione, redatti anche bene ma che però non prevedono la crescita prima della persona e dell’imprenditore dopo; di solito avviene il contrario. La mancanza di un’adeguata formazione porta queste aspiranti aziende a un sicuro insuccesso, con il conseguente spreco di denaro pubblico.
Non so se sia del tutto vero, ma spesso i ragionamenti degli adulti vertono essenzialmente sulla mancanza di idee e di coraggio dei giovani nel prendere iniziative. Anche quando alcuni di loro decidono di mettersi sul mercato, non fanno altro che copiare. Un segno evidente dei giovani del nostro tempo lo si nota nel campo della musica: assistiamo a un proliferare di cover band; ossia gruppi musicali che riproducono, anche fedelmente, brani scritti da artisti affermati. Insomma, non s’intravedono nuovi progetti e idee originali come in passato. Però, a onor del vero, non credo sia tutta colpa dei giovani, il problema va ricercato anche nella famiglia. La famiglia, per il proprio figlio, continua a desiderare il posto fisso, scoraggiandolo così anche qualora egli volesse intraprendere una qualsiasi iniziativa.
Con questo tipo di mentalità, il nostro territorio è penalizzato più di altri; anzi, direi autopenalizzato: veniamo da un sessantennio di cultura del “salario fisso”; però, basta spostarsi nel barese, che le cose cambiano: l’approccio al mercato è sicuramente più dinamico e fiorente. Da noi l’Italsider (oggi Ilva) ha portato sì il lavoro ma ha anche inquinato pesantemente l’intero golfo di Taranto e d’intorni e nello stesso tempo ha inibito l’iniziativa privata, soprattutto nel turismo e nell’agricoltura che sono poi le due principali vocazioni della nostra terra. Perfino i proprietari terrieri (i metal mezzadri) sono andati a lavorare nel fomoso “siderurgico”, anziché coltivare i propri terreni e dare un naturale sviluppo occupazionale, nel rispetto e tutela dell’ambiente.
Questa è una delle tante scelte della politica che nel tempo si è dimostrata dannosa, invece che proficua per la gente. La politica, si dice, dovrebbe creare le opportunità affinchè l’iniziativa privata sia messa nelle condizioni di originare posti di lavoro, ma sappiamo tutti che i politici si muovono un po’ (e male, secondo me) soltanto in funzione di appuntamenti elettorali, mentre gli imprenditori (quelli veri) lavorano sempre e sono proiettati nel futuro.
In un mondo che cambia così repentinamente, dicevo, c’è bisogno di gente più coraggiosa e disposta a cambiare vecchi paradigmi e convinzioni ormai superate. Oggi c’è bisogno di gente che abbia voglia di saperne di più, di imparare di più e prepararsi meglio in ogni ambito della vita. In altre parole: c’è bisogno di formazione. Di questa parola che se ne fa largo uso e abuso, ma sono ancora pochi quelli che praticano davvero questa benedetta formazione.
Sono anni ormai che frequento corsi formativi di livello, da cui ho tratto benefici inaspettati, ed è per questo motivo che da un po’ di tempo io stesso conduco dei corsi nelle varie aziende e in alcune scuole del territorio. La sostanza del mio messaggio è rivolta principalmente alla persona: allo sviluppo delle sue potezialità e talenti, alla sua crescita imprenditoriale, a informarla sulle opportunità offerte dai vari enti pubblici e su come attingere a sistemi finanziari agevolati, per la creazione di nuove imprese. Per tutto questo ho cercato anche un supporto da parte della politica locale cui inspiegabilmente ha palesato un totale disinteresse.
La politica nostrana, come del resto quella nazionale, preferisce fare qualcosa di visibile (anche se a volte inutile), ma conveniente per sé, in termini elettorali, piuttosto che investire sul miglioramento sociale ed economico della persona, come giustamente ha detto Papa Francesco: “I soldi da soli non creano sviluppo; per creare sviluppo, occorrono persone che hanno il coraggio di prendere iniziative”.
Naturalmente non si può e non si deve incolpare di tutto la politica, anche noi cittadini siamo in parte corresponsabili di questa realtà sociale poco edificante, dovuta essenzialmente, a mio avviso, al fatto che abbiamo smesso di sognare e perso un bel po’ di coraggio: due fattori indispensabili per il nostro miglioramento e la nostra crescita. I sogni e gli obiettivi, unitamente alla conoscenza, sono il miglior carburante della vita.
Giovanni Matera
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