Governare le emergenze.
Gli stati stanno diventando sempre meno sovrani non principalmente a causa dell’unione europea, ma perché ormai sono ridotti ad apparati amministrativi che gestiscono emergenze. Ma cosa significa governare le emergenze?
Per realizzare un determinato programma politico, una “visione” un “cambiamento”, “un’idea di Paese”, quello che un tempo semplicemente si chiamava un “programma politico, il programma “liberale”, il programma “socialista”, il programma “comunista” ecc. Niente di tutto questo. L’unica funzione del governo oggi è quella di garantire la sicurezza della popolazione cioè gestire le emergenze.
Ossessionati dalla sicurezza abbiamo rinunciato a tutte le libertà.
E così “per ragioni di sicurezza” si possono sospendere diritti, garanzie date per legge, stili di vita, abitudini. Prima di ogni altra cosa viene la sicurezza che diventa metodo e la tecnica del governo. Questa è diventata la nuova “ragion di Stato”.
Lo Stato per ragioni di sicurezza viene autorizzato a imporre una serie di restrizioni alle libertà e ai diritti individuali, spesso senza prevedere limiti precisi. Lo abbiamo conosciuto con il pericolo del “terrorismo”, specie negli Stati Uniti, ma non solo.
Uno Stato che ti dice: per garantire il tuo diritto alla sicurezza, ne devo sospendere
degli altri.
Nella biosicurezza le cose cambiano. Non si tratta più di tutelare, proteggere, garantire il tuo diritto alla salute: lo Stato ti obbliga ad essere sano. Quello che un tempo era un diritto ora è diventato un dovere.
È in questo contesto che si spiega l’obbligo vaccinale, presentato come dovere civico, “solidarietà inderogabile”, ma in realtà necessario, magari nella formula ambigua del green pass, soprattutto perché il pericolo ora è nell’individuo stesso, nel suo corpo e nella stessa vita: per proteggerla, bisogna allora intervenire direttamente su di essa, sul suo corpo.
A prevalere su tutto è stata la “sicurezza sanitaria” tanto sulle nostre libertà quanto sugli affetti più cari, tanto sui vivi che sui morti. Il silenzio dei giuristi su quanto accaduto è imbarazzante, ma quello della chiesa cattolica resterà una macchia indelebile.
Siamo impotenti e intrappolati. Dobbiamo prendere atto di una cosa: è superato, e in modo definitivo, il principio della divisione, o separazione dei poteri. Vediamo insieme quali sono questi tre poteri:
Il Potere legislativo. Il potere di produrre regole di carattere generale nell’ambito del diritto privato e del diritto penale. Formato dai rappresentanti del popolo, elettivo e rinnovabile.
Il potere di giudicare, Il potere giudiziario applica quelle regole generali al caso concreto.
Il potere esecutivo, comprende le relazioni tra sovrani, sudditi e tra stati, e risponde all’organo legislativo, il Parlamento.
La stessa attività amministrativa dello Stato, in questo sistema, è sottoposta alla legge e dunque al potere legislativo. I sistemi parlamentari si basano sul primato dell’assemblea, primato che è giustificato dal fatto che quell’organo “rappresenta” il popolo, e ne esprime la volontà. Se esiste un primato del Parlamento sul governo, è perché solo il primo è espressione della volontà popolare. À
Quello appena descritto è a grandi linee è stato chiamato “Stato di diritto” o più precisamente “Stato legislativo”. Ebbene, tutto questo non esiste più, perché è stato intaccato profondamente alla radice. Per la verità il processo era già in atto da tempo, la pandemia ha solo reso evidente il fenomeno.
Il posto dello Stato legislativo è stato occupato dallo “Stato amministrativo”, il cui tratto specifico non è più la legge, ma il provvedimento preso solo in base allo stato delle cose, con riferimento a una situazione concreta, e diretto a finalità pratiche. Di fatto il governo si occupa esclusivamente di emergenze, e il Parlamento si limita ad approvare decisioni già prese per dare un minimo di parvenza democratica all’operazione.
Le nostre democrazie sono ormai soltanto solo democrazie di facciata, che in alcuni casi lasciano ancora la libertà di voto, in altri neppure quella, ma comunque sia, quel voto non conta di fatto più nulla. Ed è per questo che ormai un elettore su due non va più a votare. Le decisioni fondamentali sono oramai prese altrove, altrove non solo rispetto al Parlamento, ma anche allo stesso governo.
A poco senso parlare di “governi forti”, per il semplice fatto che non si tratta più di governi che svolgono una funzione politica, ma di governi che svolgono essenzialmente una funzione “amministrativa”: amministrano cose, ma amministrano anche corpi. La politica si è trasformata in biopolitica.
Il vero potere oggi è in mano alle grandi multinazionali: (Apple, Google, Microsoft, Amazon, Facebook, Huawei) che hanno accumulato un potere immenso e che non devono rispondere a nessuno di quello che stanno facendo.
Stiamo vivendo l’età della “psicopolitica”, fondata sul controllo digitale. Un controllo che ha bisogno di fare uso della libertà, perché ci richiede di esporci continuamente, di “denudarci” sui social condividendo pensieri intimi, fotografie, video, e così via. Per la prima volta, libertà e controllo si sono saldati insieme: l’una è la condizione dell’altro, l’una non è che il mezzo di cui l’altro si serve.
In passato eventi come le guerre in Afghanistan e Iraq e gli interventi in Siria e in Libia sono stati complessivamente un disastro e che i governi insieme ai grandi media, hanno mentito per giustificarli. Le prove delle armi di distruzione di massa usate come pretesto, le guerre erano inventate.
Prima o poi si saprà anche come e perché è stata costruita questa emergenza – Covid-19.
Giovanni Matera
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