Fermarsi uguale, tornare indietro…
Un’azienda che non si espande è destinata a fallire. Senza un obiettivo sfidante, ogni cosa può diventare terribilmente noiosa o pesante. Ma quando l’obiettivo è chiaro e ciò che ti spinge ad agire è forte, il tuo entusiasmo ti farà trovare tempo ed energie che non avresti mai pensato di avere. (Paolo Valentini).
Chi sceglie di espandersi, sceglie di essere a capo delle regole del gioco. Chi sceglie di fermarsi, o comunque di rinunciare a crescere, sceglie le regole di qualcun altro. A noi la scelta.
Negli anni ho conosciuto tanti imprenditori che a un certo punto della loro carriera hanno smesso di correre, hanno deciso di godersi lo spettacolo seduti sul divano, mentre i loro clienti e i loro collaboratori cambiavano canale. Questi imprenditori sono accomunati da alcune caratteristiche principali, sperando che il lettore di questo articolo possa riconoscersi in alcune di esse e porre così rimedio il prima possibile:
L’azienda non funziona senza di lui. Questa tipologia di imprenditore non ha una linea di collaboratori che a loro volta gestiscono un gruppo di persone (assenza di delega). Inoltre rappresenta un terzo dei titolari delle piccole imprese, che oggi hanno tra i cinquanta e i sessant’anni e che hanno saputo costruire business profittevoli, ma che oggi agiscono da “collo di bottiglia” rispetto alla nuova generazione (anche rispetto ai propri figli) rimanendo completamente prigionieri delle loro aziende.
Il titolare non sa a chi passare il testimone. Ci può stare che in tanti anni non ci sia stato nessuno che abbia mostrato fedeltà e dedizione all’attività. In realtà la conseguenza del fatto che nessuno abbia voglia di prendere il testimone, è lo stesso imprenditore visto che al passaggio generazionale non ci ha mai pensato.
L’imprenditore non sa riconoscere gli “Scollaboratori” (persone ostiche e critiche). Si fa influenzare da persone che vedono tutto nero, finendo per drenare l’entusiasmo altrui e quello dello stesso imprenditore. Queste persone ci portano ad avere dei dubbi sul nostro potenziale minando la nostra visione verso nuovi obiettivi.
Non ha una strategia di vendita. Al contempo i suoi collaboratori non hanno abbracciato la sua meta perché lui stesso non sente di avere la responsabilità, nei loro confronti, di vendere loro un sogno, un progetto, un piano di carriera.
Resistenza ai cambiamenti. La coerenza nella vita è una caratteristica importante certo, ma troppa coerenza può portare la persona a essere resistente al cambiamento o eccessivamente rigida e abitudinaria (si è sempre fatto così).
Non Paga se stesso. Nel tempo è riuscito a capitalizzare, ma non divide gli utili, non sa darsi un compenso da amministratore adeguato perciò che fa in azienda, non ha costruito un suo patrimonio personale al di là dell’azienda. Oltre a non dare valore al proprio lavoro in termini di corrispettivo, può essere altamente rischioso non avere un conto separato da quello dall’azienda.
Troppi compromessi in azienda. I compromessi in azienda sono l’anticamera del fallimento della stessa azienda. È positivo avere in azienda collaboratori di vecchia data, ma è altrettanto importante attrarre nuove persone, onde evitare un appiattimento dello statu quo.
Quando non si riesce a valorizzare i talenti interni. Troppo spesso vengono visti come rotture di balle da gestire, contribuendo al motivo per cui molte persone lasciano l’azienda. In questi casi regna sovrana la mancanza di un progetto per le proprie risorse umane e l’assenza di ascolto, interesse, apprezzamento e vero coinvolgimento.
Mancanza di un organigramma. Le decisioni ricadono sul titolare che fa da filtro. Questo impedisce la crescita e l’espansione, poiché le decisioni non vengono prese in modo collaborativo e strategico.
Mancanza di momenti formativi. Importante avere un programma di formazione continuativo in azienda, perché le persone cambiano e ciò che è stato appreso in passato potrebbe essere non più valido in un secondo momento.
Mancanza di statistiche “va tutto bene”. La mancanza di consapevolezza di alcune problematiche in azienda impedisce il miglioramento e l’evoluzione in azienda.
Sensazione di “essere arrivati”. Questo atteggiamento impedisce loro di cercare nuovi stimoli e di aspirare a nuovi obiettivi. La mancanza di fame o desiderio di crescere si traduce in un blocco per l’espansione dell’azienda.
Sebbene molto spesso ci troviamo di fronte all’opportunità di essere i primi a promuovere un prodotto o servizio che poi esploderà in futuro, non riusciamo a cogliere la palla al balzo. Rimaniamo troppo timidi o ciechi di fronte a quell’opportunità, lasciando che ce la sfilano di mano da lì a poco alcuni nostri competitor. Salvo poi pentircene in netto ritardo.
L’atteggiamento nei confronti delle novità è cruciale: se la tua risposta è, “non voglio nemmeno conoscerle”, allora c’è un problema a livello di idee. Devi, infatti, sapere che i nostri risultati sono il frutto delle nostre azioni e delle nostre abitudini, le quali sono frutto delle nostre idee.
Avere un piano ben strutturato e organizzato, ti rende più flessibile nei momenti di cambiamento. Pensare al futuro ti rende più pronto a controllare il presente.
Giovanni Matera
Per consultare altri miei articoli:
www.giovannimatera.it