Il triennio appena trascorso è stato indubbiamente il periodo più buio per l’economia nazionale e internazionale (mi riferisco alla crisi finanziaria del 2008/2009 provocata dal sistema finanziario di quel periodo). Purtroppo non si notano ancora segnali d’inversione di tendenza e le imprese devono imparare a vivere in uno scenario così difficile. Pensare che per sopravvivere a questa situazione sia sufficiente tagliare tutte le spese ritenute non essenziali, tra cui troviamo spesso le voci del marketing (pubblicità, ricerche di mercato, formazione del personale e di noi stessi) è un modo errato di voler affrontare il problema. Infatti, la storia economica ci insegna che è proprio nei momenti di crisi che è più facile rafforzare le proprie posizioni sul mercato. La crisi, quindi, deve essere valutata non come una minaccia, ma come una grande opportunità che ci viene offerta.
A questo proposito abbiamo lanciato il progetto “Un’impresa che funzioni” – un percorso di formazione aziendale scandito in sei incontri mensili – con cui abbiamo cercato di suggerire alle imprese locali alcuni strumenti di “difesa” da questi tempi di grave recessione economica. L’intendo è stato quello di offrire ritagli di gestione aziendale e delle indicazioni per riconoscere ed evitare abitudini e comportamenti inadeguati e dannosi per la conduzione di un’attività imprenditoriale. Abbiamo, insieme, maturato consapevolezza e fiducia nel “potercela fare”, anche in un contesto economico le cui regole sono state completamente stravolte, avendo compreso quali siano oggi le aree d’intervento su cui orientare il nostro cammino di crescita sia individuale sia collettivo.
Prima di entrare nel merito del progetto che, come dicevo, si è svolto in sei incontri in diversi luoghi (aziende e siti comunali), sento il dovere di fare alcuni pubblici ringraziamenti. In primis ai Comuni di Laterza, Ginosa e Castellaneta per la sensibilità e la disponibilità, alla CNA e alle tante aziende per la partecipazione, alla scuola di formazione Plusx, la psicologa Sara Gorgoglione, Taranto il quotidiano italiano di Miki Marchionna e agli splendidi ragazzi di Ginosa, Nicola Malvani e Rocco Giove, per la perfetta assistenza e la diffusione mediatica del progetto. Infine, e non per ultimi, ringrazio i collaboratori della Matera Arredamenti (la mia azienda), senza dei quali non mi sarebbe possibile alcuna iniziativa.
Ma veniamo ora all’essenza dei temi del nostro percorso formativo trattati nelle sei giornate in questione.
Che cosa fanno? Come ragionano e come agiscono questi imprenditori? Come gestiscono il cambiamento? Quali azioni vincenti mettono in campo per soffrire meno la crisi che pure c’è, ma non la usano come pretesto per tutto. Non si giustificano, hanno capito che questa è la nuova normalità e sono impegnati a fronteggiarla facendo le cose che vanno fatte.
Si può fare marketing senza spendere soldi? La risposta è si! Anzi, è un’arte che, se ben esercitata, porta risultati straordinari. In questa seconda giornata abbiamo offerto alcuni spunti per far crescere il business aziendale a costo zero.
Qual è la nostra proposta di valore. Che cosa compra oggi realmente il cliente? Riusciamo ancora a vendere il valore dei nostri prodotti e servizi o li stiamo svendendo per competere sul prezzo? In questo incontro abbiamo capito che la cosa davvero letale per un’azienda oggi è l’anonimato.
Come può un’azienda attrarre le persone migliori e, allo stesso tempo, come un candidato al colloquio di lavoro può cogliere le opportunità che il mercato gli offre? In questa sessione, partecipata da numerosi giovani, sono stati dati dei suggerimenti su come presentarsi e affrontare un colloquio di lavoro ed anche come redigere un curriculum vitae.
Oggi le banche si alleano solo con chi ha una sviluppata capacità finanziaria. Gestire i propri soldi è solo una responsabilità personale, non del proprio commercialista. In quest’appuntamento si sono studiate le aree sulle quali lavorare per individuare i “buchi neri” in cui vengono risucchiati i soldi delle nostre attività.
La risposta contiene in se oltre a una costatazione anche un suggerimento: per educare al comando, ci vuole molto tempo. L’ideale sarebbe cominciare già dalla scuola con corsi sulle capacità fondamentali degli alunni. Ognuno di noi ogni giorno prende centinaia di decisioni, alcune semplici altre complesse, che riguardano noi stessi o coinvolgono chi ci sta intorno; ma per essere sicuri di aver preso quella giusta, per essere tempestivi, per capire quando è il momento di passare la palla a qualcun altro, occorre conoscere alcune semplici leggi universali sulle quali è possibile costruire un vero cambiamento.
Posso affermare, con un pizzico d’orgoglio, che il nostro progetto “Un’impresa che funzioni” ha centrato il segno andando ben oltre le più rosee previsioni. Si è trasformato in un impegno itinerante, approdando in alcune scuole superiori del territorio, dove ci auguriamo di dare una mano ai futuri imprenditori.
Giovanni Matera
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