Eco-Manager.
Nei nostri mari vive uno strano pesce, conosciuto ai più come pesce pagliaccio per i suoi colori vivaci e simpatici. In pochi però sanno che l’amphiprion (questo è il suo nome scientifico) possiede la capacità di cambiare completamente i suoi genitali, se nel suo territorio venisse a mancare uno dei due sessi; e riesce a farlo anche velocemente: in dieci mesi al massimo.
Alcuni esperimenti scientifici, effettuati in cattività su una coppia di maschi cui è stata sottratta una femmina, hanno dimostrato che uno dei due è riuscito in ventisei giorni a deporre delle piccolissime uova trasparenti e argentate tipiche della specie. Straordinario, no?
Anche l’anemone di mare che lo ospita è molto affascinante. E’, infatti, un essere solitario che vive attaccato al fondo marino i cui tentacoli, adesivi e ricoperti di cellule urticanti, danno protezione al piccolo pesce. Questi due esseri hanno sviluppato in natura una relazione di simbiosi che permette a entrambi la sopravvivenza. L’amphiprion, immune alle punture urticanti, si protegge tra i tentacoli dell’anemone dai suoi predatori e si nutre dei suoi avanzi di cibo, tenendola in cambio pulita dai parassiti e proteggendola da alcuni nemici.
Tranquilli, non si tratta di una dissertazione scientifica ma di una “simpatica” metafora. Il modus vivendi dell’amphiprion somiglia tanto al comportamento adottato da molti manager e imprenditori, in questi ultimi tempi di crisi e di grandi cambiamenti. Per difendersi dai predatori esterni si nascondono dentro le loro aziende, rimanendovi così intrappolati in esse e non riuscendo più a uscirne per procacciarsi del cibo e accontentandosi dei pochi residui che gli vengono concessi.
Come l’anemone anche l’azienda ha offerto riparo, ma non ha ricevuto in cambio dall’imprenditore quella protezione dai nemici che si aspettava, rompendosi così un equilibrio che durava da tempo.
L’eco-manager è il manager in grado di ripristinare quell’equilibrio e difendere l’azienda proprio nel momento in cui è più a rischio. E’ l’imprenditore che decide di non lasciarsi trascinare dagli eventi, di non prestare attenzione e ascolto al tam-tam autolesionista sull’immobilismo del mercato, di riattivarsi velocemente adattandosi ai cambiamenti ambientali, senza perdere la lucidità e la misura tipiche del suo ruolo e di non subire ma addirittura di cavalcarla la crisi, per uscirne poi rafforzato.
La differenza che passa tra un manager autodidatta e un eco-manager, sta tutta nella formazione! Il manager autodidatta, che non può contare su un’adeguata preparazione, gestisce il personale in maniera empirica, cioè nell’unico modo possibile che la sua esperienza gli detta: concentrare l’attenzione sui difetti altrui, “correggendoli”. Non dedica perciò la necessaria attenzione a gestire e migliorare sé stesso. L’eco manager al contrario, è colui che, conoscendo bene sé stesso ed essendo formato e preparato, sa perfettamente come gestire le proprie risorse interne, secondo la filosofia del Personal Management. Si tratta di un pensiero tanto semplice e minimale quanto pragmatico ed efficace: “Per gestire bene ciò che è fuori e intorno a noi, occorre gestire bene ciò che è dentro di noi: Noi stessi. Questo passa attraverso una profonda conoscenza e consapevolezza delle nostre capacità, ma principalmente dei nostri limiti”.
In effetti, capita spesso che, quando non conosciamo le nostre cause interne, tendiamo a giustificarci scaricandone le colpe all’esterno, distorcendo così, dannosamente per noi, la realtà. Invece dovremmo imparare a riconoscere i nostri limiti, così come anche le capacità altrui. Solo se adottiamo esempi di successo, piuttosto che attardarci nel criticare modelli d’insuccesso, possiamo crescere, progredire e spostare più in là i nostri limiti, in modo da avviare un cambiamento vero, stabile e duraturo.
In conclusione, la sintesi di questo mio articolo credo sia contenuta in una frase del grande Mahatma Gandhi, che recita: “Un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare sé stesso!”
Giovanni Matera
Per consultare altri miei articoli:
www.giovannimatera.it