Dove sono i pomodori?

Un contadino, ogni mattina, si alza alle cinque per recarsi nel suo campo dove inizia ad arare, zappare, seminare, innaffiare, eliminare parassiti e, un bel giorno di alcuni mesi dopo, si presenta al mercato con la sua cesta piena di pomodori e li scambia con denaro e altri beni che gli permetteranno di sopravvivere.

Tutto nella norma, vero? Ma, pensate, se quel contadino si presentasse al mercato, senza pomodori e pretendesse dei soldi solo per essersi alzato all’alba, per aver zappato, seminato, innaffiato ecc.; gli darebbero del “bravo”, per tutto il lavoro fatto, ma non certamente dei soldi, senza dei pomodori in cambio.

Per quanto possa sembrare bizzarro, l’idea di essere retribuiti per le azioni svolte, e non per i risultati – come in questo secondo esempio del contadino – è, purtroppo, presente in una buona parte della società odierna. Molti cercano di scambiare non già i risultati delle loro azioni ma le azioni stesse, pretendendo denaro in cambio dell’impegno e della fatica compiuti, senza aver prodotto alcun risultato.

Ci sono collaboratori, impiegati, operai ecc. che pensano di meritare lo stipendio, solamente per le ore che trascorrono sul posto di lavoro, per lo scrupolo che mettono nelle cose che fanno, per il titolo di studio che posseggono, per la posizione che hanno nell’organigramma aziendale… Ma dove sono i pomodori?

Un docente non è pagato per le ore che passa a insegnare, ma per le nuove abilità che effettivamente acquisiscono i suoi alunni. Il compenso di un venditore non è riconosciuto per la chiusura di un contratto (se pur importante), ma per aver fornito il cliente del prodotto e del servizio giusto, lasciandolo pienamente soddisfatto e pronto per un nuovo ordinativo.

Dunque, l’azione senza risultato, non ha alcun valore: soldi in cambio di pomodori. Niente pomodori, niente soldi! Questa è la semplice e fondamentale regola dello scambio.

In ogni relazione, umana, professionale, economica ecc. vi sono tre tipologie di scambio:

  • Lo Scambio Criminale: avviene ogni qualvolta si riceve tanto, senza dare nulla in cambio; come nel caso del ladro, del politico disonesto o del figlio viziato. Queste persone, abituate allo scambio criminale, vivono nella convinzione che tutto gli sia dovuto.
  • Lo Scambio Equo: si verifica nelle relazioni di parità. Quando si riceve un compenso equivalente a ciò che realmente si è dato: la paghetta al bambino, in cambio della pulizia della sua cameretta; la giusta retribuzione delle ore di lavoro prestato. A tale proposito vorrei ripetermi in un’autocitazione: “Pensare che dalla vita si debba soltanto ricevere oltre che un’illusione è, soprattutto, un errore; poiché è lo scambio che ci migliora e ci arricchisce”.
  • Scambio in Abbondanza: quando quello che si da’ è superiore al valore di quello che si riceve. Quando un venditore, insieme al prodotto, offre un servizio e un sorriso in più che il cliente non si aspetta. Quando un operaio, un impiegato ecc. non attende con ansia lo scadere dell’orario di lavoro e finisce con gioiosa responsabilità l’opera iniziata. Quando un capo d’azienda riesce a creare armonia tra i suoi collaboratori sorprendendoli con gratifiche, sia economiche sia morali, non previste da contratto di lavoro.

Lo scambio in abbondanza, quindi, è il più conveniente e vantaggioso poiché consente di risvegliare tutte le qualità positive sopite in ognuno di noi e trasformarci in quelle persone che, in realtà, siamo sempre potenzialmente state: dei fuori classe!

 

Mettiamoci al lavoro.

 

Giovanni Matera

Per consultare altri miei articoli:

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