Cambiare? Possiamo farlo in un minuto!

La forza di volontà da sola non basta, se vogliamo ottenere cambiamenti duraturi. Non basta dire voglio che succeda quella cosa. Bisogna deciderlo davvero, perché è nel momento della decisione che otteniamo il cambiamento.

Sappiamo bene che il dolore e il piacere modellano tutti i nostri comportamenti e che gli stessi possono cambiarli. L’unico modo perché questo avvenga è associare il dolore con il vecchio comportamento e il piacere con un comportamento nuovo.

Per operare un vero cambiamento, dobbiamo essere convinti che soltanto noi e nessun altro potrà farlo. In effetti, ci sono tre specifiche credenze sulla responsabilità che dobbiamo avere per compiere un reale cambiamento:

“L’inizio di un’abitudine è come un filo invisibile, ma ogni volta che ripetiamo l’azione rinforziamo quel filo, vi aggiungiamo altro filamento, finché esso non diventa una grossa fune che ci lega definitivamente, pensiero e azione”.  Orison Swett Marden.

Qualunque sia la strategia, se vogliamo cambiare, dobbiamo seguire sei semplici azioni il cui scopo sarà di trovare un modo più diretto e positivo per uscire dal dolore ed entrare nel piacere, senza inutili deviazioni. Vediamoli insieme.

Decidiamo che cosa vogliamo realmente e che cosa ci impedisce di averlo ora.  Ricordiamoci sempre che possiamo ottenere tutto quello su cui ci concentriamo.

Se continuiamo a concentrarci su quello che non vogliamo, ne avremo sempre di più. Sicché la prima cosa da fare è decidere che cosa vogliamo in modo da avere una meta verso cui tendere e, nello stesso tempo, cercare di capire che cosa ci impedisce di avere quello che vogliamo.

Usiamo la forza della leva: associamo dolore all’idea di non cambiare “ora” e grande piacere all’esperienza di cambiare “ora”. Molta gente sa di voler veramente cambiare, ma non riesce a decidere. L’unico modo per fare un cambiamento ora è crearci un senso di urgenza così intenso da costringerci ad andare fino in fondo.  Se lo vogliamo o no, dipende dal livello di motivazione che, a sua volta, dipende dalle due forze gemelle che determinano la nostra vita, il piacere e il dolore. Se abbiamo cercato molte volte di cambiare e non ci siamo riusciti, significa semplicemente che il livello di dolore non era abbastanza intenso. Non abbiamo raggiunto la soglia, la leva estrema. Per parafrasare il filosofo Nietzsche: “Chi ha un perché abbastanza forte, può sopportare qualsiasi come”. Se abbiamo una serie di ragioni abbastanza forti, per cambiare qualcosa che non siamo riusciti a cambiare per anni, possiamo farlo in un minuto!

Interrompiamo il comportamento limitativo. Abbiamo già detto di non concentrarci sempre sulle stesse immagini e soprattutto su cosa non vogliamo. Il guaio è che in genere vogliamo un risultato, ma continuiamo a comportarci allo stesso modo. Una volta ho sentito dire che la definizione di pazzia è “fare e rifare sempre le stesse cose, aspettandosi un risultato diverso”. Sarà capitato di vedere una mosca intrappolata in una stanza. Lei va subito alla ricerca della luce e perciò si dirige verso la finestra, sbattendo in continuazione sul vetro. Ma tutte le motivazioni del mondo non serviranno a nulla, se continuerà a cercare di uscire attraverso la finestra chiusa. La mosca ha la possibilità di salvarsi solo se smette di sbattere contro il vetro e cerca un’altra via d’uscita.

Creiamo una nuova alternativa potenziante. Molta gente arriva al punto in cui deve assolutamente cambiare, collegando il dolore al vecchio modulo e piacere all’idea di cambiare con un nuovo modulo, potenziandolo con una serie di scelte e immagini che diano sensazioni piacevoli. Cerchiamo di seguire quelle persone che sono riuscite a operare dei cambiamenti e sicuramente scopriremo che avevano tutte un’alternativa da sostituire al vecchio comportamento.

Condizioniamo il nuovo modulo finché non diventi una costante. Il modo più semplice per condizionare qualcosa è provarlo e riprovarlo finché si stabilisce una via neurologica. In altri articoli abbiamo parlato della zona di confort, cioè vivere secondo i vecchi moduli, somiglianti a dei solchi (vie neurologiche). Abbracciare il cambiamento significa aprire nuovi solchi nei quali ripassare continuamente affinché queste azioni diventino comportamento. Queste azioni vanno rinforzate e sostenute.

Vediamo qualche esempio.

Se volete che la vostra fidanzata/o vi telefoni più spesso, quale pensate sia il sistema più efficace per indurla/o a chiamarvi? Forse, appena la/o sentite “Oh, finalmente ti sei degnato di prendere in mano il telefono” oppure reagite con gioia parlando alla persona amata di quanto vi è mancata, quanto siete felici di poterle parlare, non pensate che sarà più incline a ritelefonarvi quanto prima? Qual è il segreto, allora, dobbiamo associare il piacere a ogni comportamento, se vogliamo che l’azione sia ripetuta creando così il solco o via neurologica.

Mettiamolo alla prova questo nuovo modulo. Allora, abbiamo deciso cosa vogliamo e qual è la meta da raggiungere.

Utilizziamo la leva, associando il piacere all’idea di cambiare e il dolore all’idea di non cambiare e a quanto ci potrebbe costare il non farlo.

Concentriamoci su nuove immagini, cercando nuove vie d’uscita.

Spezziamo il modulo ogni volta che ci preoccupiamo, tipo “Che bella giornata di pioggia”, anche se avremmo voluto una giornata di sole.

Creiamo un’alternativa potenziante con una serie di scelte che ci diano sensazioni piacevoli.

Abbracciamo il cambiamento usando la ripetizione e l’intensità emotiva affinché queste azioni diventino comportamento.

Testiamolo e vediamo se funziona. Riflettiamo su ciò che ci preoccupa e cerchiamo di non sentirci angosciati in questa situazione. Cerchiamo delle persone positive, che ci aiutino a guardare le cose da un punto di vista diverso.

Giovanni Matera

Per consultare altri miei articoli:

www.giovannimatera.it