Una scuola diversa: il futuro che vogliamo costruire
Educare significa liberare. Il verbo “educare” deriva dal latino “educere”, composto a sua volta dalla preposizione “ex” e dal verbo “educere”: il verbo significa quindi “condurre fuori”, aiutare la persona a sviluppare ciò che di più autentico vive dentro di sé.
Nell’atto educativo, di fatto, si supporta l’individuo nella scoperta e nella realizzazione delle sue capacità e lo si aiuta a realizzare sé stesso. Potremo dire cioè, che gli si permette di “divenire ciò per cui è nato”.
Questa settimana ho ricevuto la pagella di mia figlia Francesca. I voti erano buoni, eppure qualcosa dentro di me ha iniziato a riflettere su una domanda più grande: cosa significa davvero “successo” a scuola?
Viviamo in un sistema scolastico che misura gli studenti attraverso numeri e lettere, valutandoli unicamente sulle materie tradizionali come matematica, scienze e letteratura. Ma se il vero successo fosse qualcosa di più? Se esistesse una scuola capace di formare persone complete, non solo studenti capaci?
Ripensare l’educazione: nuove metriche di successo
Immaginiamo una scuola in cui, accanto ai voti in italiano e matematica, gli studenti ricevessero valutazioni anche in:
- Autostima: perché credere in sé stessi è il primo passo per realizzare qualsiasi obiettivo.
- Empatia: perché comprendere gli altri permette di costruire relazioni solide e rispettose.
- Responsabilità: perché il senso del dovere e il rispetto per il prossimo sono valori fondamentali per la società.
- Comunicazione: perché saper esprimere le proprie idee in modo chiaro e convincente può trasformarle in realtà.
- Imprenditorialità: perché il mondo ha bisogno di innovatori e sognatori pronti a trasformare le sfide in opportunità.
In una scuola del genere, il bullismo non avrebbe terreno fertile: chi sviluppa empatia e sicurezza in sé stesso non ha bisogno di ferire gli altri. Nessun alunno rimarrebbe indietro, perché l’apprendimento sarebbe personalizzato, rispettando i tempi e le potenzialità di ognuno. Nessun giovane si troverebbe senza sbocchi nel mondo del lavoro, perché le competenze acquisite sarebbero quelle realmente richieste dalla società moderna.
Una nuova centralità per gli insegnanti
Questa scuola non solo rivoluzionerebbe l’esperienza degli studenti, ma darebbe anche il giusto valore agli insegnanti.
Nessun docente sarebbe sottopagato, perché il loro ruolo sarebbe riconosciuto come essenziale per il futuro della società. Nessun insegnante sarebbe costretto dentro programmi rigidi e obsoleti, ma avrebbe la libertà di ispirare, motivare e trasformare le vite dei propri studenti.
Perché un grande educatore non è solo chi trasmette nozioni, ma chi accende il fuoco della curiosità e del desiderio di crescita.
Un sogno che possiamo realizzare
Oggi questa scuola non esiste. O meglio, non esiste ancora.
Ma il cambiamento non arriva dall’alto: nasce da ognuno di noi.
Possiamo iniziare a costruirla partendo dalle nostre azioni quotidiane. Dai genitori, che possono chiedere un’educazione migliore per i propri figli. Dalle aziende, che possono investire nella formazione emotiva e relazionale. Dagli insegnanti, che possono innovare la didattica e dare nuova linfa all’apprendimento.
Il futuro dell’educazione non si scrive da solo: siamo noi a doverlo immaginare e costruire.
Se anche tu sogni una scuola diversa, una scuola che prepari davvero alla vita e non solo agli esami, unisciti alla conversazione. Metti “mi piace”, condividi il tuo pensiero e facciamo sentire la nostra voce.
Giovanni Matera
Per consultare altri miei articoli:
www.giovannimatera.it