STORIA DI UN IMPRENDITORE

Vita Mosca – scrittrice              

Presso il Centro culturale “Casa in metamorfosi” a Massafra, del professor Francesco Silvestri, ho avuto il piacere di leggere e commentare il libro “La cassetta degli attrezzi”, dell’imprenditore Giovanni Matera, titolare dell’Azienda Matera Arredamenti e dell’omonima Scuola di Formazione aziendale, site entrambe in Laterza.

L’autore dedica questo libro ai principi guida della buona imprenditoria.                                                                                        “Strumenti per il marketing e l’imprenditoria”, come recita, infatti, il sottotitolo.                                                                            Egli vuole condividerli, non solo con gli imprenditori in senso stretto, ma con tutti noi, poiché, come afferma, ognuno è imprenditore di se stesso, nella vita privata come in quella lavorativa. Ardente suo desiderio è poi quello di risvegliare nei nostri giovani il sopito spirito imprenditoriale.

“Pensare che dalla vita si debba soltanto ricevere, oltre che un’illusione, è soprattutto un errore, poiché è lo scambio che ci migliora e arricchisce”. Con questi intenti, egli ha sempre fissato le sue esperienze in numerose pubblicazioni, che, in questo libro, il suo amico Nunzio Tria raccoglie e organizza.

In esso, piano piano risalta l’umanità dell’autore, che ritiene dover coniugare le profonde necessità dell’uomo con le necessità produttive dell’azienda, per il rispetto dell’uno e l’efficienza dell’altra. Leggendolo, si scopre inaspettatamente come i principi ispiratori della buona imprenditoria discendano da principi universali ed eterni, che qui l’autore applica alla conduzione aziendale con un toccante linguaggio letterario, determinandone il fascino.

Sono principi provenienti ora dalla filosofia e psicologia, ora dall’etica e dalla saggezza orientale. Sono pensieri di poeti, scrittori e grandi uomini che hanno fatto la Storia. Sono il contributo di professionisti internazionali nel campo del nuovo Marketing o elaborati delle sue esperienze. Spesso sintetizzati in poche suggestive parole: Pilota o PasseggeroGli intangibili per vincere Abbastanza o AbbondanzaIl conto corrente emozionale ecc. Validi “nell’azienda come nella vita”: egli non si stanca mai di ripetere. Portano perciò luce anche nelle problematiche condizioni di ognuno di noi.                                          Senza aspettarcelo, ci ritroviamo nelle pagine di questo libro, fino a esserne profondamente coinvolti.

A queste conoscenze, l’Autore è arrivato con infaticabile ricerca e studio, dopo aver capito che l’apocalisse piombatagli addosso, come egli stesso dice, poteva paradossalmente diventare occasione di rinascita.

Svegliatosi, infatti, dopo giorni di coma, in seguito ad un incidente d’auto, si ritrova prostrato nel corpo, come già da tempo lo era nello spirito per il disastroso andamento della sua falegnameria. Quella stessa aperta in gioventù con tanto entusiasmo, sul campo di ceci teneramente donatogli dal padre. Nella dolorosa quiete dell’ospedale però, il bambino, che a sette anni era già a bottega facendo del legno la sua passione, fa sentire la sua  “voce”.

“È la voce della sua essenza, non ancora inquinata dai pensieri negativi che lo circondano”. Come egli stesso dice. È la voce della sua vocazione, che vuole essere ascoltata, nonostante i fallimenti del momento e la risolutiva prospettiva di un posto fisso. L’arte del legno è il suo mondo: non può allontanarsene. Cambiamento, studio e impegno attraverseranno ora tutta la sua vita.

Questo momento, così introspettivo e decisivo, ha suscitato in me profonda risonanza. Perché nel tempo ho imparato che è da un momento così che dipende la pienezza della vita. Infatti, prima o poi anche noi ci ritroviamo a considerare la nostra autenticità. Ma, purtroppo, non è semplice assecondare le nostre inclinazioni, spesso offuscate dai condizionamenti esterni al punto da non distinguere più ciò che è bene per noi.

E seppur lo distinguiamo, possiamo non avere il coraggio di perseguirlo. Incerti o impauriti, rinunciamo alla nostra intima realizzazione e così anche alla vera gioia di vivere. Rimaniamo dolenti nella nostra ristretta zona di comfort e “lentamente moriamo”, come recita l’omonima poesia di Neruda, opportunamente ricordataci dall’Autore, o come la rana bollita della nota metafora.

Giovanni Matera ha avuto il coraggio di andare verso il suo sogno, oltrepassando le certezze e attraversando il rischio del cambiamento, fino alla nascita della Matera Arredamenti: azienda moderna, bella e fiorente, tanto da ricevere poi importanti riconoscimenti. Col suo esempio e le sue parole, egli ci ricorda che forse anche noi possiamo ricominciare a Vivere.

Vita Mosca – scrittrice              

 Giovanni Matera

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