L’altro giorno ero nel mio ufficio, tra mille carte e cose da fare e, invece di lavorare, ho cominciato a vagare con la mente. 

Mi sono rivisto ragazzo e ho ricordato i sogni di allora. Ho osservato bene l’ufficio. Il mio ufficio. Mi sono affacciato alla finestra e ho visto una bella azienda. La mia azienda. Con dieci splendide persone che vi lavorano dentro. I miei collaboratori. 
Poi ho rivolto lo sguardo verso lo specchio e mi sono sorpreso con gli occhi lucidi a parlare da solo: “Quei sogni di ragazzo si sono avverati”. 

Oggi ho una splendida famiglia, vivo e lavoro in un posto incantevole nella Terra delle Gravine, penso di essere una persona stimata e la mia impresa è in continua espansione. 

Comunque, non è stata per nulla una passeggiata questa mia avventura, che dura ormai da quarant’anni lungo i quali ho dovuto affrontare e superare numerosi e difficili ostacoli. 

Delle volte, in passato, preso dallo sconforto più profondo, sono stato sul punto di mollare tutto poiché, nonostante lavorassi come un matto, non riuscivo a fare alcun progresso. 
Ma il mio sogno era molto più forte delle mie disavventure, le mie mete molto più importanti degli sbarramenti che incontravo e, quindi, ho stretto i denti e allargato le spalle e ho tirato sempre dritto per la mia strada.
Per chi abbia la propensione al fatalismo, potrebbe interpretare questa mia piccola storia come la somma di una serie di coincidenze favorevoli o magari attribuirla alla fortuna. E se non fosse proprio così? 

Tutto quello che oggi sono riuscito a realizzare, penso proprio che sia il frutto di quei sogni di ragazzo che, in seguito poi, ho anche appuntato su dei fogli di carta che consultavo, e consulto tuttora periodicamente, per verificarne la loro conseguente attuazione pratica. 

Con questo non voglio dire che le coincidenze o la fortuna non esistano, ma anche loro hanno bisogno del nostro intuito e del nostro impegno nel saperle individuare e coglierle al momento giusto, perché sono occasioni volatili che passano in un attimo. 
Ben vengano, dunque, ogni coincidenza favorevole e tutta la fortuna possibile, ma nel frattempo noi non possiamo stare seduti a farci girare i pollici tra le mani in loro attesa. Noi dobbiamo agire con 

la forza della nostra immaginazione. 

Pertanto, se questo mio ragionamento ha un senso, non posso non insistere su un fondamentale concetto, a me tanto caro, con il quale ogni essere umano che voglia realizzare qualcosa, deve necessariamente fare i conti con: Tutte le cose sono create due volte: la prima nella nostra testa, la seconda nella realtà”. 

Possiamo quindi dire che l’uomo non dovrebbe mai smettere di sognare ma, al tempo stesso, dovrebbe anche impegnarsi a fondo per realizzarli quei sogni. Perché ciò accada o non accada, dipenderà solo dai due seguenti diversi modi di agire: 

  1. Continuare a credere nei propri sogni, sempre e comunque, nonostante le delusioni, gli insuccessi e le influenze negative dell’universo a lui intorno, senza l’assillo di farcela in uno, cinque o quarant’anni. Solo in questo modo potrà vederli realizzati i suoi sogni.
  2. Lasciare che la sua immaginazione venga condizionata, alterata e stravolta dalle cattive notizie e dalle influenze negative dell’ambiente circostante, lo trasformerebbe in un realista estremo o addirittura in un pessimista tale da abbandonarli quei sogni.

L’eccessiva razionalità e il pessimismo sono i nemici più feroci dei sogni; quindi, non bisogna dare credito a chi ci scoraggia ed emotiva.  

Dovremmo dare invece più ascolto a quella vocina che è in noi, che ci dice: “Perché non dovrei realizzare i miei sogni? Io posso farcela!”. 

Lasciamoci guidare da quella voce, nutriamola, consolidiamola, perché è quella la grande forza che ci può permettere di trasformare in realtà i nostri sogni. Quella voce è la verità! È quello che rimane della nostra essenza non ancora inquinata dai pensieri negativi, spinti contro di noi dall’ambiente che ci circonda.  

Allora non smettiamo di sognare, ma anche di dare sostanza ai nostri sogni. Appuntiamoci delle chiare mete su un foglio perché, il solo fatto di scriverle, a volte, può produrci degli inaspettati e magici effetti.