Puglia: 85 Comuni a Rischio Estinzione 

Una Crisi Che Nasce dal Sistema Formativo e dalle Scelte Familiari

Negli ultimi decenni, la Puglia si trova a fare i conti con una realtà drammatica e spesso sottovalutata: 85 dei suoi comuni sono a rischio estinzione. Questo fenomeno, lontano dall’essere un mero caso demografico, rappresenta il risultato di scelte politiche ed educative che hanno progressivamente allontanato i giovani dal proprio territorio, privando le comunità locali della linfa vitale necessaria per il rinnovamento e lo sviluppo.

Lo Spopolamento dei Piccoli Comuni: Una Crisi Sistemica. Il declino dei piccoli comuni pugliesi è la conseguenza di una serie di dinamiche interconnesse che hanno trasformato il tessuto sociale ed economico del territorio. L’orientamento dei giovani verso percorsi formativi e professionali lontani dalle proprie radici ha avuto un impatto devastante su realtà che, già da tempo, si trovavano in difficoltà. L’innata ricerca di stabilità e sicurezza ha portato a una progressiva emigrazione verso i grandi centri urbani, lasciando dietro di sé borghi che rischiano di scomparire, portando con sé tradizioni, cultura e competenze artigianali.

L’Inibizione dell’Imprenditorialità: Un Sogno Messo da Parte. Uno dei fattori scatenanti di questa crisi è la riduzione del supporto all’imprenditorialità. Negli ultimi trent’anni, il sistema educativo ha privilegiato una formazione orientata alla creazione di dipendenti per il settore pubblico e privato, trascurando l’importanza di formare imprenditori capaci di portare innovazione e sviluppo nelle comunità locali. Le scuole e le famiglie hanno in gran parte escluso la prospettiva di fondare una propria azienda, lasciando poco spazio alla creatività e alla voglia di costruire un futuro autonomo nel territorio d’origine. La mentalità del “posto fisso” ha così soffocato la spinta imprenditoriale, contribuendo in maniera determinante al declino delle attività economiche locali.

Un Sistema Scolastico Lontano dalla Realtà Territoriale. Il percorso formativo proposto alle nuove generazioni ha subito un cambiamento radicale, passando da un approccio che valorizzava la manualità e la formazione pratica a uno basato quasi esclusivamente sulla teoria. L’abolizione o la forte riduzione degli istituti tecnici e professionali ha privato intere generazioni delle competenze necessarie per sviluppare attività legate all’artigianato, all’agricoltura e alle imprese di prossimità. Oggi, il sistema educativo si focalizza sulla produzione di laureati destinati a ruoli amministrativi o nel settore pubblico, ignorando le esigenze concrete dei piccoli comuni che necessitano di competenze tecniche e operative per poter prosperare.

La Spinta delle Famiglie Verso il Lavoro Statale. Un ulteriore elemento che ha contribuito allo spopolamento dei piccoli comuni è la scelta delle famiglie, le quali, nel tentativo di garantire un futuro economicamente sicuro per i propri figli, hanno fortemente incentivato la scelta di percorsi di studio mirati esclusivamente alla partecipazione ai concorsi pubblici. La promessa del “posto fisso” ha superato qualsiasi interesse per l’investimento sul territorio, facendo sì che i giovani abbandonassero le proprie comunità in cerca di stabilità in centri urbani più grandi e consolidati. Questa dinamica ha portato non solo alla desertificazione sociale di interi comuni, ma anche al progressivo deterioramento dei servizi e delle infrastrutture locali, aggravando ulteriormente il fenomeno dello spopolamento.

L’Assenza di Alternative Lavorative e il Declino Economico. Il risultato di questa mentalità centralizzata è evidente: la mancanza di opportunità lavorative nei piccoli comuni ha fatto sì che i giovani, una volta emigrati, difficilmente ritornassero. Le attività economiche locali, che un tempo potevano basarsi su competenze artigianali e pratiche, sono ora in grave declino. La perdita di imprenditorialità e la riduzione dei servizi essenziali hanno trasformato molti borghi in aree economicamente marginali, incapaci di trattenere la propria popolazione e di attrarre nuovi investimenti. Questo circolo vizioso alimenta ulteriormente il fenomeno della desertificazione territoriale, rendendo sempre più difficile invertire la rotta.

Strategie per Invertire la Tendenza. Per evitare che la Puglia perda irrimediabilmente parte della sua identità e delle sue radici, è necessario un intervento deciso e strutturato a più livelli. Tra le strategie fondamentali vi sono:

  1. Rivalutazione della Formazione Tecnica e Professionale. È imprescindibile investire in scuole e istituti tecnici che formino i giovani sulle competenze pratiche necessarie per sviluppare attività locali. Ristabilire il valore della manualità e della pratica può riaccendere l’interesse per il lavoro sul territorio, rispondendo in maniera concreta alle necessità di piccole comunità.
  2. Incentivi per l’Imprenditoria Locale. Offrire sgravi fiscali, finanziamenti e supporto amministrativo a chi decide di avviare un’impresa nel proprio comune può rappresentare un punto di svolta fondamentale. Sostenere l’imprenditorialità non solo crea nuove opportunità lavorative, ma favorisce anche la rivitalizzazione delle aree interne.
  3. Cambiamento della Mentalità Familiare. È importante promuovere una cultura che valorizzi il lavoro autonomo e l’investimento nel territorio, andando oltre l’idea del “posto fisso”. Le famiglie devono essere invitate a considerare le opportunità imprenditoriali e il potenziale di crescita che le attività locali possono offrire, contribuendo così a un futuro più sostenibile per i piccoli comuni.
  4. Miglioramento delle Infrastrutture e dei Servizi. Investire in infrastrutture moderne e in servizi essenziali è un altro passo fondamentale per rendere i piccoli comuni più attrattivi e vivibili. Solo attraverso una riqualificazione completa dei territori sarà possibile contrastare il fenomeno della desertificazione e creare un ambiente in cui sia piacevole e vantaggioso vivere e lavorare.

Un Appello alla Rinascita del Territorio. Il rischio che i piccoli comuni pugliesi diventino città fantasma è un monito per tutti: un sistema formativo e familiare che ignora le necessità del territorio può portare alla scomparsa di intere comunità, simbolo di una modernità mal congegnata e distante dalle radici. È giunto il momento di riconsiderare le scelte fatte finora e di investire su una formazione e su politiche che mettano al centro il potenziale delle realtà locali.

Rivitalizzare la Puglia significa riconoscere il valore delle piccole comunità, non solo come custodi della tradizione, ma anche come fucine di innovazione e crescita. Un cambiamento strutturale nel sistema educativo, unito a politiche di incentivazione imprenditoriale e a un nuovo modo di concepire il futuro delle famiglie, potrebbe rappresentare la chiave per invertire la rotta e far sì che i giovani ritrovino l’orgoglio di investire nella propria terra.

La rinascita dei piccoli comuni non è solo una sfida per la Puglia, ma un’opportunità per tutti noi di riscoprire il valore delle nostre radici e di costruire un futuro solido e condiviso.

Giovanni Matera

Per consultare altri miei articoli:

www.giovannimatera.it

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