Non cosa fare da grande, ma chi vuoi essere
“Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto approdare.” (Seneca).
Questa citazione mette in evidenza l’importanza di avere degli obiettivi ben definiti. In realtà, ha un significato molto più profondo: non si riferisce tanto ai risultati che vogliamo conseguire, ma alla direzione da dare alla propria vita. Michelangelo da piccolo non sognava di dipingere la Cappella Sistina, probabilmente però voleva fare l’artista, e la sua tenacia, l’esperienza e il talento l’hanno condotto a realizzare alcuni dei più grandi capolavori della storia dell’arte.
Perché considerare la direzione della vita più importante degli obiettivi? Perché la spinta verso un singolo traguardo viene meno nel momento in cui lo si raggiunge, mentre la direzione che si sceglie di seguire nella vita potenzialmente dura per sempre. Non dovremmo concentrarci sui risultati che vogliamo conseguire, quanto su quello che vogliamo diventare. Una volta che abbiamo chiara la nostra meta, gli obiettivi verranno da sé.
Molti mi chiedono come si fa a capire qual è la direzione. Il consiglio è di partire dai valori, ossia ciò per cui, per ognuno di noi, nella vita “vale” e diviene degna di essere vissuta.
A questo proposito ci viene in soccorso uno dei principi di Stephen Covey “Comincia dalla fine”. Secondo Covey: “Cominciare dalla fine significa iniziare con una chiara comprensione della nostra destinazione. Significa sapere dove siamo diretti, in modo da capire meglio dove ci troviamo adesso e far sì che i passi da noi compiuti siano sempre nella direzione giusta. È incredibilmente facile essere intrappolati in un’attività inadeguata, lavorare magari molto duramente per arrampicarci sulla scala del successo e scoprire infine che è appoggiata sul muro sbagliato.
È possibile essere impegnati, molto impegnati, senza essere efficaci e con risultati mediocri. Cominciare dalla fine significa quindi individuare oggi il traguardo temporale prefissatoci da cui scaturisce una condizione stimolante di naturale benessere. Pertanto, la missione è di fondamentale importanza soprattutto nei momenti difficili, in periodi di crisi, poiché serve a ricordare ai membri dell’organizzazione e a noi stessi le cose che contano di più, serve da guida per l’adozione di decisioni impegnative mirate alla soluzione dei problemi. Comincia dalla fine, dunque, e ciò fa “pensare alla fine”, al termine di un’attività, di una carriera o di una vita lavorativa, che inevitabilmente ci impone una profonda riflessione e una domanda altrettanto seria: “Che cosa vorrei che si dicesse di me, alla fine del mio percorso? Che sia ricordato come una brava persona o come un cattivo soggetto? Sta a noi decidere, e nessuno può farlo al posto nostro”. Dal mio libro “La Cassetta degli Attrezzi” del 2012.
Io vorrei, per esempio, che le persone mi ricordassero come un imprenditore serio, che sia stato capace di parlare ai loro cuori e che li abbia aiutati a cambiare in meglio la loro vita. Vorrei che i miei colleghi mi riconoscessero il coraggio di avere provato a cambiare alcuni paradigmi nel modo di fare imprenditoria in un mercato in continuo cambiamento. Desidererei che i miei figli ricordassero un padre affettuoso, ma che li ha anche spinti “oltre i loro limiti” e a impegnarsi per realizzare i propri compiti al meglio delle loro possibilità.
Ecco che, interrogandoci sulla direzione della nostra vita, possiamo far emergere le azioni concrete da mettere in campo nel nostro quotidiano. Questo vuol dire che, se decidiamo cosa vogliamo fare da grandi, inizieremo a fare quelle azioni che vanno nella direzione della meta che ci siamo prefissati. Infatti, “cominciare dalla fine” vuole significare anche “pensare alla fine” di un percorso. Come ho già detto in altri articoli: “Noi siamo e saremo il frutto delle nostre azioni; e le azioni derivano dal nostro modo di pensare”.
Noi tutti non sappiamo se riusciremo a realizzare qualcosa nella vita, ma almeno potremo dire di aver vissuto un’esistenza nella quale ci siamo impegnati attivamente per perseguire una meta, per noi di valore, che abbiamo coltivato nei nostri cuori prima ancora che nella mente. È soltanto stando nel flusso della vita che potremo riconoscere cosa ci accende, cosa ci fa battere il cuore, cosa ci fa emozionare.
Giovanni Matera
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