Migliora te stesso

 “Se vuoi che le cose cambino, devi prima cambiare tu!”

Ognuno di noi – recita un motto cinese – va a dormire ogni notte con una tigre accanto. Non sappiamo se questa, al risveglio, vorrà leccarti o sbranarti”.

Con detta metafora la saggezza antica vuole ricordare la relazione che ognuno di noi ha con i propri limiti. Quei limiti sono rappresentati dalla tigre, a significare la peggiore e la più pericolosa delle compagnie, ossia: noi stessi. La metafora, dunque, ci invita a migliorarci attraverso la conoscenza e la rimozione dei nostri limiti, a vincere le nostre paure e divenire amici della tigre: di noi stessi.

Nei precedenti articoli abbiamo parlato di: “Uscire dall’invisibilità”, “Scambiare in abbondanza”, “Comprendere, ed eccedere nelle aspettative altrui”, “Diventare una bella persona” ecc. Questo percorso sicuramente ci porta a essere delle persone migliori, ma attenzione a non cadere nella trappola del “paradosso dell’eccellenza”: Più siamo visibili e bravi nella vita, come nel lavoro, e più aumentano le aspettative su di noi.

Migliorare se stessi, quindi, esige una buona dote d’impeccabilità poiché, se fino a ieri (quando eravamo invisibili) fosse possibile permetterci qualche piccolo errore o debolezza, senza che nessuno se ne accorgesse, oggi non potremmo più farlo perché siamo osservati come fossimo sotto una lente d’ingrandimento.

Ove mai decidessimo di non proseguire nel miglioramento personale, la nostra rete di alleanze si smaglierebbe, lo stress raggiungerebbe un livello esponenziale, con l’inevitabile conseguenza della perdita costante e continua di opportunità lavorative, fino a rimanere in completa solitudine.

Migliorare se stessi, significa anche “studiare”, leggere libri e riviste riguardanti la propria attività e non solo, partecipare a corsi e seminari di formazione, viaggiare, visitare aziende di settori diversi dal nostro, per osservarne con occhi esterni le diversità e paragonarle con i propri sistemi aziendali.

Nel momento in cui la nostra sfera d’influenza personale inizia a crescere, come per incanto, anche le nostre famiglie e i nostri collaboratori cominceranno a mettere in atto il loro processo di miglioramento. Grazie al nostro esempio loro saranno più motivati dal nostro rinnovato entusiasmo e dalla nostra accresciuta affidabilità.

Mi rendo conto che, in un momento storico come quello che stiamo vivendo, le mie teorie possano apparire piuttosto astratte e inapplicabili, poiché la “logica” c’impone un atteggiamento difensivo, ma io sono convinto esattamente del contrario. E’ proprio in questi momenti che bisogna essere “contro intuitivi” e “proattivi” (vedi artt. precedenti), proponendo idee, prodotti e servizi migliori che ti consentano una netta distinzione dagli altri e ti conducano a un livello maggiore di visibilità.

Pertanto, qualunque difficoltà noi stiamo sperimentando in questo momento, dobbiamo sapere che, se desideriamo davvero che le cose cambino, dovremmo indispensabilmente cambiare prima noi stessi!

Chiuderei questo mio articolo con un suggerimento riguardante le succitate alleanze e il più evocato “cambiamento”. Si tratta di un semplice esperimento che necessita solo di dieci minuti del nostro tempo (in completa solitudine) per pensare con sincera obiettività ai comportamenti e ai punti di vista delle persone che orbitano nella nostra esistenza: la nostra famiglia, i nostri colleghi di lavoro, i nostri amici, i nostri collaboratori, i nostri clienti ecc. Prendiamo, quindi, una penna e un foglio di carta su cui annoteremo tutte le nostre impressioni tratte, sforzandoci però di vedere, noi stessi, con gli occhi di tutte queste persone. Al termine dell’esperimento, e dopo un attento confronto, ci accorgeremo che qualcosa in noi va necessariamente cambiata, se intendiamo davvero migliorarci e, di conseguenza, “cambiare le cose”; diversamente, potremo soltanto fingere di essere delle belle persone.

 Giovanni Matera

Per consultare altri miei articoli:

www.giovannimatera.it