L’ora dei Lupi.
“solo chi si conosce è padrone di sé stesso.”
(Pierre de Ronsard)
È scoccata l’ora dei Lupi.
Il branco si riunisce nel bosco, vigila, riposa, attende.
Le loro menti, in comunione con il richiamo ancestrale dei padri, fluiscono in un solo pensiero, i cuori orgogliosi palpitano all’unisono nelle casse toraciche, il fiato calmo lascia intendere che quella è la quiete prima della tempesta.
È scoccata l’ora dei Lupi.
Nei giacigli dell’uomo, i pensieri vanno e vengono, lo arrovellano, formando cataste di legna fumanti. Dati, numeri, statistiche, vittorie e perdite, nulla più rimane del controllo che egli riesce a mantenere da sveglio quando il sonno lo trascina nell’oblio e la coscienza mette a nudo le sue debolezze.
È il momento cruciale della sua storia.
Il tormento lo devasta.
Si racconta che durante quel lasso di tempo, fra la tenebra fitta e la luce della consapevolezza, un soldato cade sul campo ed un condottiero si alza al suo posto, per combattere.
È scoccata l’ora dei Lupi.
La tenera preda è appena uscita dal proprio nascondiglio e si aggira nei pressi del lago.
Ha sete.
Si muove con accortezza, in mezzo al fogliame. Conosce i suoi predatori naturali. Ne ha paura, ma il richiamo dell’acqua è così forte e selvaggio da spingerla fuori dalla sua tana.
Cerca di essere prudente.
Non può isolare il proprio odore, laddove abitano numerose e minuscole forme di vita, compagni di viaggio e nemici, accomunati dallo stesso desiderio di sopravvivenza.
Si avvicina a riva
L’acqua del lago è immobile.
Sembra riflettere tutto il mondo che è ancora inespresso, all’interno dei suoi occhi. Anche l’istinto che le suggerisce di tornare nel rifugio.
È l’ora in cui la notte sta lentamente diradandosi, mentre una debole strisciata di colore inizia a farsi strada tra il fogliame.
Col muso a pelo d’acqua, la tenera preda non si accorge che i lupi l’hanno ormai circondata e che quell’amara notte è scesa fino a lei, per reclamare il suo bottino.
(Il Lupo, l’Agnello. La Mente e il Cuore)
Marilena Frigiola – Scrittrice