Il futuro è di chi saprà formulare le domande giuste

Non si salverà dalla disoccupazione soltanto chi studia l’ingegneria informatica. Si salverà dalla disoccupazione chi sarà in grado di arricchire il proprio lavoro grazie alle competenze digitali che saprà acquisire. (Livio Tenerelli e Cristiano Marti).

 Tutto viaggia a una velocità tale che le novità in campo tecnologico e digitale sono all’ordine del giorno, che non ci stanno dietro nemmeno i migliori scrittori di fantascienza.

Il Digital Twin è una roba pazzesca. In pratica è la replica virtuale di un oggetto fisico, contemporaneamente aggiornata grazie a dei sensori che trasmettono dati agli algoritmi. Questi dati vengono elaborati dall’intelligenza Artificiale che modula di conseguenza il gemello digitale dell’oggetto, mantenendolo verosimile a quello reale. Google Maps è forse l’esempio più famoso di Digital Twin.

Anche gli esseri umani possono avere il loro Digital Twin. E i risultati sono sorprendenti.

Un gruppo di studenti universitari ha infatti seguito per tre mesi un corso a distanza con una docente. Alla fine del ciclo di lezioni il loro professore ha domandato agli alunni se il corso fosse stato di loro gradimento e la risposta dei ragazzi è stata entusiasmante, tanto da chiedere di poter incontrare di persona il docente, peccato che il docente non esisteva. Era un Digital Twin.

Siamo di fronte a un’intelligenza sovrumana, immaginiamo big data (set di dati più grandi e complessi) provenienti da web e dee web (porzione di Internet che non viene indicizzata dai motori di ricerca) che la alimentano continuamente, capace di incrociare miliardi di dati a una velocità impensabili, capace persino di autoapprendimento. Ci stiamo appena rendendo conto di cos’è un Digital Twin e di quale sia la sua potenza.

Chat GTP, ad esempio sì, potenzialmente è in grado di sostituire un traduttore, un giornalista, un pubblicitario, ma e bene sapere che non si tratta di un software che ha vita propria. Per funzionare ha bisogno di essere istruito, interrogato. Per utilizzare in maniera efficace Chat GTP occorrono ricerche, impostazioni, competenze. In pratica, serve l’uomo, “il nuovo professionista”. È questo che dovremmo capire. Non possiamo pensare di starcene comodi nei nostri uffici, di portare avanti il nostro negozietto come abbiamo sempre fatto. Non possiamo pensare di prendere la scuola sottogamba, perché tanto mio padre ha già la sua attività. Una sola cosa è certa: chi non studia, rimarrà fuori da ogni possibilità di lavoro.

Non si salverà dalla disoccupazione soltanto chi studia l’ingegneria informatica. Si salverà dalla disoccupazione chi sarà in grado di arricchire il proprio lavoro grazie alle competenze digitali che saprà acquisire.

I datori di lavoro non possono più guardare alla formazione come obbligo da rispettare per evitare sanzioni. La formazione è necessaria proprio per insegnare ai dipendenti nuove prospettive e modalità di operare. La formazione porterà in azienda non solo competenze ma benessere.

Anche nella scuola, il grado di coinvolgimento e partecipazione attiva con gli alunni nelle attività scolastiche deve passare attraverso l’utilizzo dei loro stessi strumenti. Gli insegnanti devono saper utilizzare gli strumenti digitali almeno quanto i ragazzi.

Inoltre l’insegnante dovrebbe condividere la vita digitale con gli alunni. Loro devono poter seguire le abitudini sui Social. È soprattutto lì che i ragazzi si fanno l’idea su qualcuno, è lì che cercano i modelli. Ed è nei Social che riconosceranno il loro insegnante come qualcuno che abbia il loro stesso mondo. Mondo reale e mondo digitale sono intrecciati anche a scuola. Per questo non è più possibile concentrarsi sull’uno ignorando l’altro.

In rete è presente l’intero sapere umano dell’umanità, e questo i ragazzi lo sanno benissimo. In questo stesso articolo abbiamo parlato di lavoro, abbiamo detto di come l’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il mercato mondiale. Abbiamo parlato di Chat GTP. Abbiamo detto che non si attiva da sola, che bisogna interrogarla, interrogare, fare domande.

È da questa prospettiva che la scuola deve cominciare a guardare all’apprendimento. Perché il professionista eccellente del domani non sarà chi avrà le risposte, ma chi saprà formulare le domande.

La scuola deve inserire nei programmi ministeriali la materia dell’Educazione Digitale. Un ragazzo deve imparare a viverci, nel mondo digitale. Le regole le ho elencate in un articolo precedente, ma queste regole la scuola deve insegnarle e spiegarle in prospettiva.

Le aziende spulciano i profili Social di ogni candidato, controllano se abbiano un profilo Linkedin, se questo è aggiornato. Valutano contenuti, opinioni. Pesano la reputazione che il candidato ha nella rete. Altro che selfie. Qui stiamo parlando della capacità di sopravvivere in un mondo che ormai ha ben poco a che fare con una nozione di storia mandata a memoria.

La scuola deve insegnare ai ragazzi a come confrontarle, queste nozioni che apprendono. La scuola è di vitale importanza proprio per questo è l’unico luogo dove i ragazzi possono ancora esercitare il confronto, perché il Metaverso funziona esattamente all’opposto: gli algoritmi ti fanno illudere di vivere in un mondo dove tutti la pensano esattamente come te.

Ogni cosa che trovi in rete è frutto delle tue ricerche, delle tue preferenze. Tutto si allinea per compiacerti, per alimentare le tue convinzioni. Questo deve fare la scuola: insegnare a capovolgere la prospettiva. Siamo noi a educare l’algoritmo, noi che lo alimentiamo con i nostri dati. Se capiamo che questo è il frutto delle nostre scelte, renderemo lui utile a noi.

Se la scuola tornasse a insegnare solidarietà, sentimenti e bene comune, gli alunni riempirebbero la rete di questi valori ricevendone in cambio un mondo migliore. Ecco perché la scuola è troppo importante per lasciarla indietro.

Giovanni Matera

Per consultare altri miei articoli:

www.giovannimatera.it

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