Il colloquio di lavoro nell’era dell’IA

Perché l’elemento umano resta fondamentale?

Partiamo dal caro e vecchio colloquio di lavoro, che tanto vecchio non è… Immaginiamo le molte aziende che si staranno chiedendo (o forse lo hanno già fatto): davvero ha ancora senso organizzare dei colloqui di selezione? Non può essere un algoritmo a condurre il colloquio e a suggerirci qual è il candidato giusto? Rapido, efficiente e senza ulteriore impiego di personale.

 A dire il vero, la mia azienda “Matera Arredamenti” ha già utilizzato in passato i “test per la selezione del personale”, costituiti di circa 250 domande le quali venivano poi elaborate da un Algoritmo e presentate al candidato in fase di colloquio. Infatti, poi, la parte importante del colloquio rimaneva comunque il faccia a faccia con il candidato.

Ma prima di proseguire, bisogna porsi una domanda: cos’è il colloquio di selezione?

Se pensiamo che il colloquio sia essenzialmente un dialogo per verificare i requisiti di un candidato, allora è meglio delegare questo compito alla tecnologia, che lo può fare molto meglio di noi. In fondo non c’è bisogno di un manager in carne e ossa per porre delle domande. Lo può fare benissimo un “virtual recruiter” ben addestrato. E non c’è bisogno di un manager neanche per elaborare le risposte.

E però… Scatta l’altra domanda, imprescindibile: “Noi assumiamo requisiti o assumiamo persone? Vogliamo una sommatoria di competenze o una bella persona che sposi i nostri progetti e la nostra visione? Vogliamo qualcuno che svolga delle mansioni o un partner che non ci tradisca nel momento del bisogno?”. E allora, forse, anche il colloquio di lavoro dovrebbe cambiare pelle, per essere più efficace, corretto e soddisfacente per entrambe le parti. Come? Continuiamo a leggere.

Oggi non sei tu a scegliere le persone. Le persone di valore stanno già lavorando. Se stai pensando di offrire soltanto un posto di lavoro, sei fuori strada. Cosa offri ai tuoi collaboratori? Per quale motivo dovrebbero aiutarti a prosperare? Tu, come imprenditore, sei il primo che deve avere chiaro qual è il proprio perché, la propria meta, il vero focus.

Pensare che offrire solo uno stipendio o un “posto di lavoro” sia sufficiente oggi, è una visione obsoleta. I candidati cercano molto più che uno stipendio a fine mese: vogliono un’esperienza che li arricchisca, li rispetti e li faccia crescere. Ecco perché un imprenditore che si ferma alla semplice offerta di lavoro non è competitivo nell’attuale mercato del lavoro.

 Ecco alcuni motivi per cui l’offerta deve essere più ampia:

 Esperienza e Cultura Aziendale. Il lavoro non è più solo un luogo fisico ma un ambiente dove si trascorre gran parte della giornata, e le persone vogliono che sia piacevole, stimolante e arricchente. Offrire una cultura aziendale forte, basata su valori condivisi, e un ambiente di lavoro positivo sono elementi decisivi per attrarre e trattenere i talenti. Le persone vogliono sentirsi parte di un progetto, non solo esecutori di compiti.

Formazione e Crescita. Oggi i lavoratori danno un grande valore alla crescita professionale. Un imprenditore che investe in percorsi di formazione, dimostra di credere nel potenziale del candidato. Questo non solo arricchisce il candidato, ma rende anche l’azienda più forte e resiliente.

Flessibilità e Autonomia. La pandemia ha cambiato la percezione del lavoro, e molti dipendenti non vogliono rinunciare alla flessibilità che hanno scoperto in questi anni. Offrire la possibilità di lavorare in modo flessibile, sia come luogo che come orario, è un grande vantaggio e spesso un requisito imprescindibile per attrarre i migliori talenti.

 Benessere e Supporto. Oltre allo stipendio, oggi i lavoratori vogliono sentirsi supportati anche nel proprio benessere fisico e mentale. Questo può includere l’accesso a programmi di benessere, sostegno per la salute mentale o iniziative di team building. Un imprenditore che si interessa alla persona, e non solo alla produttività, trasmette un senso di umanità e attenzione che è molto apprezzato.

 Valori e Scopo. Sempre più lavoratori, specialmente le nuove generazioni, vogliono sapere che stanno lavorando per un’azienda con una missione chiara e con valori che rispecchiano i propri. Vogliono sentire che il loro lavoro contribuisce a qualcosa di significativo e che l’azienda ha un impatto positivo. Un imprenditore che non riesce a trasmettere questa visione si trova in svantaggio.

 Branding e Reputazione. I candidati oggi fanno ricerca approfondita sulle aziende prima di accettare un’offerta, e i canali digitali permettono di scoprire molto sulla cultura aziendale e sulle condizioni di lavoro. Costruire una buona reputazione, attraverso recensioni positive dei dipendenti e una presenza digitale autentica e trasparente, è fondamentale.

Perché è importante? Non basta più che un candidato sia alla ricerca di un lavoro; anche l’azienda deve desiderare di “farsi scegliere”. Le persone non cercano più solo stabilità economica ma anche un luogo che rispetti le loro esigenze, che offra crescita e che abbia una visione e un ruolo nel mondo.

L’imprenditore che comprende questo e va oltre la semplice offerta economica non solo attirerà i migliori talenti, ma costruirà anche un team motivato e fedele, che sarà molto più produttivo e in grado di portare l’azienda al successo a lungo termine.

Il colloquio di lavoro è profondamente influenzato dall’Intelligenza Artificiale (IA), sia dal lato dei candidati che da quello delle aziende. Ecco alcune delle principali trasformazioni che l’IA ha apportato al processo di selezione:

Selezione automatizzata dei candidati. Molte aziende utilizzano software di IA per analizzare i CV e fare una prima scrematura dei candidati.

Colloqui virtuali con chatbot e assistenti virtuali. Alcuni colloqui iniziali sono ormai condotti da chatbot o assistenti virtuali basati su IA.

Analisi delle soft skills tramite IA. L’IA viene usata anche per valutare le soft skills, durante i colloqui virtuali. Con la video-analisi, ad esempio, l’IA può interpretare segnali del linguaggio corporeo, tono di voce e micro-espressioni facciali, fornendo un’analisi di aspetti come l’empatia, la fiducia e la reattività.

Ottimizzazione del match candidato-posizione. Gli algoritmi di IA possono abbinare i profili dei candidati a specifiche posizioni lavorative, analizzando milioni di dati, come esperienze, aspettative salariali e personalità, per proporre candidati adatti.

 Automazione dei feedback post-colloquio. L’IA può automatizzare anche la fase di feedback, inviando risposte personalizzate e suggerimenti ai candidati. Questo è utile per mantenere una buona reputazione aziendale e migliorare l’esperienza dei candidati.

 Sfide etiche e rischi. L’uso dell’IA solleva questioni etiche. Gli algoritmi possono essere influenzati da pregiudizi di genere, etnia o età e rischiano di perpetuare discriminazioni, anche involontariamente. Inoltre, l’uso di analisi video e del comportamento pone questioni di privacy e trasparenza.

 Come prepararsi a un colloquio nell’era dell’IA?

 Ottimizza il tuo CV con parole chiave: cerca di usare termini rilevanti per la posizione, per facilitare la selezione da parte degli algoritmi.

 Sii naturale e consapevole del linguaggio non verbale: nei colloqui video, un atteggiamento positivo e un linguaggio del corpo chiaro sono cruciali.

 Informati su strumenti di IA che potrebbero essere usati: alcuni colloqui potrebbero richiedere di interagire con chatbot o software di analisi delle risposte; quindi, conoscere questi sistemi, può aiutarti a gestire meglio il colloquio.

 Il colloquio di lavoro non è più solo una valutazione tra umani, ma un’esperienza sempre più “ibrida” che richiede adattabilità sia da parte dei candidati sia delle aziende.

Questi sistemi, però, sono controversi e possono non essere sempre accurati. Ecco perché spero e mi auguro che, nonostante l’IA, riusciamo a restare umani.

Giovanni Matera

Per consultare altri miei articoli:

www.giovannimatera.it

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