Comincia dalla fine
Non si tratta di un ossimoro per fare colpo, ma di un semplice ragionamento relativo alle scelte prospettiche di un’azienda, di una carriera o di una vita. “Comincia dalla fine” si basa sul principio secondo cui tutte le cose sono create due volte: la prima, quella mentale e la seconda, quella fisica.
Cominciare dalla fine significa iniziare con una chiara comprensione della nostra destinazione; significa sapere dove siamo diretti, in modo da capire meglio dove ci troviamo adesso, e far sì che i passi da noi compiuti siano sempre nella direzione giusta.
E’ incredibilmente facile essere intrappolati in un’attività inadeguata, lavorare magari molto duramente per arrampicarci sulla scala del successo e scoprire infine che è appoggiata sul muro sbagliato. E’ possibile essere impegnati, molto impegnati, senza essere efficaci e con risultati mediocri.
Negli articoli precedenti ho insistito molto sull’importanza di avere una “meta” o “mission”. Pensiamoci: la meta ci indica cosa avremo realizzato fra tre, cinque o dieci anni; la mission ci indica come arrivarci e con quali mezzi. Cominciare dalla fine significa quindi individuare, oggi, il traguardo temporale prefissatoci da cui scaturisce una condizione stimolante di naturale benessere.
Il modo migliore di pensare a qualcosa che vogliamo è iniziare a visualizzarne mentalmente il momento in cui la otterremo, fino al punto da avvertire la netta sensazione di averla stabilizzata al nostro interno tanto da poterla rivivere ogni giorno, semplicemente pensando a quell’idea. Ciò può essere possibile, se saremo disposti a rifocalizzare le nostre capacità, allineare le nostre convinzioni e il nostro mondo interiore nella direzione voluta; il come arrivarci, lo scopriremo giorno per giorno. E’ necessario tenere bene a mente però che, per quanto possa sembrare paradossale, il mondo esterno si adatta al nostro mondo interno (e non viceversa); basta solo crederci davvero e assimilare quanto già espresso.
Nessuno può cambiare le nostre convinzioni, difendiamole! Magari evitando di guardare i telegiornali o di leggere i quotidiani, che solitamente sono pieni di notizie negative, infondono sfiducia e sono poveri di informazioni utili e oggettive. Se vogliamo tenerci informati, consultiamo fonti più affidabili e specifiche nella rete internet.
Come già ebbi a scrivere in un altro articolo, la mission di un’organizzazione, sia essa un’azienda, una famiglia, un circolo o un partito, se riflette realmente la profonda visione e i valori condivisi di ogni singola persona facente parte, crea una grande unità e un formidabile senso d’impegno; istilla nei cuori e nelle menti un codice di riferimento, un sistema di criteri e di linee guida. Così ogni componente l’azienda, la famiglia, il circolo o il partito non ha bisogno di qualcun altro che lo diriga, lo controlli, lo critichi o lo rimproveri, poiché egli ha compreso e interiorizzato perfettamente l’essenza immutabile dello spirito dell’organizzazione cui ne è parte.
Pertanto, la mission è di fondamentale importanza soprattutto nei momenti difficili, in periodi di crisi, poiché serve a ricordare ai membri dell’organizzazione le cose che contano di più, serve da guida per l’adozione di decisioni impegnative mirate alla soluzione dei problemi.
Comincia dalla fine, dunque, e ciò fa “Pensare alla fine”, alla fine di un’attività, di una carriera o di una vita lavorativa, che inevitabilmente ci impone una profonda riflessione e una domanda altrettanto seria: “Cosa voglio che si dica di me alla fine del mio percorso?”, che sia ricordato come una brava persona o come un cattivo soggetto? Bene. Sta a noi decidere, e nessuno può farlo al posto nostro.