Diversi, unici e migliori: sarà il nostro carburante
È la prima volta che una generazione, la nostra, quella degli over 60, teme che le condizioni di vita della generazione seguente saranno peggiori delle proprie: meno lavoro, meno sicurezza, più incertezza, meno benessere e più difficoltà.
Quando avevamo l’età dei nostri figli, il futuro era ancora una promessa di una vita migliore dei nostri genitori. Magari poi non era proprio così, e sicuramente non lo era per tutti,ma genitori e figli guardavamo al futuro con ottimismo, sapendo che avrebbe portato progresso. Oggi viviamo il futuro come una minaccia e rischiamo di avvelenare gli anni di scuola e dell’adolescenza dei nostri figli, con le nostre paure.
Proprio per questo abbiamo un disperato bisogno di una buona scuola che prepari bene i nostri ragazzi alla vita e li aiuti a scoprire chi sono e chi possono diventare, liberando le loro potenzialità, rendendoli curiosi e attenti, capaci di pensare, di sognare, di sentire, di agire e di cambiare la realtà in loro e intorno a loro. Una scuola così aprirebbe più facilmente anche le porte del mondo del lavoro.
I confini, così come non salvano le nostre aziende dalla competizione internazionale, non ci proteggono più dalla concorrenza di persone più preparate e motivate di noi, o uguali a noi ma disposte ad accettare un salario più basso di quello che invece consideriamo irrinunciabile; che possano essere scelte al posto nostro, proprio per fare quel lavoro cui aspiravamo.
Naturalmente non parlo della povera gente che arriva sui barconi.Spesso queste persone vivono in paesi che solo di recente hanno conosciuto il benessere e lo sviluppo economico e tecnologico.Per questo un ragazzo cinese o indiano o dell’Est Europa ci sembra carico di aggressiva, voglia di riuscire e di vincere in questa competizione.Mentre i nostri ragazzi ci appaiono un po’ apatici, viziati dai troppi lussi superflui, senza spinta sufficiente e senza la necessaria consapevolezza dell’importanza che le scelte che compiono ogni giorno peseranno sul loro futuro.
Ancora oggi, infatti, un giovane laureato o uno in possesso di un titolo di studio ancora più elevato, come un master, finirà per avere un reddito superiore a quello di chi un titolo di studio non ce l’ha. Queste differenze dipendono fortemente anche dai primi livelli dellaloro carriera scolastica, a cominciare dalle scuole materne e di quanto nelle loro famiglie la cultura, sotto la forma tradizionale di libri letti e capiti, sia di casa.
Per questo è auspicabile che i nostri ragazzi “prendano l’ascensore”, impegnandosi a fondo e farele scelte giuste. E invece, a volte, sembrano pericolosamente distratti e lontani, non disposti nemmeno a spingere il bottone di chiamata dell’ascensore e men che meno di salirvici.Incapaci di comprendere l’importanza degli anni di scuola, per assicurarsi in futuro anni di lavoro e quindi di buona vita in cui poter comprare una casa e decidere di abitarla.
È bene sapere che il potere di un individuo nei confronti di un’azienda, è tanto più limitato quanto più lui, o lei,sia facilmente sostituibile da qualcun altro con le stesse capacità.
Diversi, unici e migliori. Questi tre aggettivi sono da ricordare perché non solo sono il carburante per andare avanti, ma anche e soprattutto il passaporto per un ingresso vittorioso nel mondo del lavoro. Per questo è importante far arrivare un chiaro messaggio ai nostri ragazzi: gli anni che precedono il lavoro consistono nel fatto che lo studio, così come il praticare uno sport a livello agonistico o imparare a suonare uno strumento, richiede disciplina: quella di base che consiste nel saper rinunciare al piacere immediato, preferendogli il duro lavoro nel fare bene i compiti a casa e rimandando il premio soltanto a dopo che la fatica, spesso poco gratificante, sarà terminata.
Anche noi genitori, e adulti in genere, non stiamo facendo del nostro meglioper dare loro dei buoni esempi. Sono pochissimi in Italia quelli che leggono almeno un libro al mese. Tutta l’editoria è in crisi perché la gente, invece di comprare un giornale o una rivista, pensa che tutto quello che le occorra lo possa trovare su Internet.Colpisce che i giovani non si appassionino alla lettura, senza la quale, si sa, s’indeboliscono pensiero, linguaggio e fantasia, oltre a nuocere al proprio lavoro e alla propria vita. Perciò, se non vogliono essere sostituiti, potrebbero anche non usare quell’oggetto – che unisce in sé bellezza, contenuto e funzionalità in modo splendido da migliaia di anni – che si chiama libro, ma non dovrebbero mai rinunciare alla lettura!
Lo aveva ben sintetizzato un campione dell’educazione, Don Milani, quando diceva che “L’operaio conosce trecento parole, il padrone mille. Per questo lui è il padrone”.È il padrone perché ha accesso all’informazione e alla conoscenza e sa come esprimersi per influenzare gli altri.
Occorre, dunque la conoscenza per diventare diversi, unici e anche migliori nel perseguire la strada giusta con impegno e forza di volontà. Investite sempre nel proprio sviluppo personale e professionale, per far crescere e migliorare non solo la propria esistenza ma anche quella di chi ci sta vicino e della Comunità cui apparteniamo.
Giovanni Matera
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