Scurati, “a Gaza è genocidio e viene da una democrazia”

MANTOVA, 07 settembre 2025, Redazione ANSA

📚 A volte la letteratura non si limita a raccontare, ma diventa un grido di coscienza. È quello che è accaduto a Mantova, durante l’ultimo giorno del Festivaletteratura, quando Antonio Scurati – autore della saga in cinque volumi M. – ha pronunciato parole che hanno scosso l’animo dei presenti: «A Gaza è genocidio, e viene da una democrazia».

Un’affermazione che pesa come un macigno, perché non proviene da un attivista politico o da un opinionista di professione, ma da uno scrittore che, con pudore e dolore, ha scelto di non tacere. ✍️

Il peso delle parole. Scurati ha confessato di aver a lungo provato inadeguatezza di fronte all’orrore perpetrato dall’esercito israeliano in nome del governo e dello Stato: un senso di impotenza che, però, non può tradursi in silenzio.

«Ti senti così poca cosa – ha detto – di fronte all’entità dell’orrore. Ma bisogna continuare a parlare, non solo a esibire simboli».

Il suo coraggio non sta solo nell’uso del termine genocidio – dopo un’attenta riflessione – ma nell’affrontare la contraddizione che sconvolge molti: come può un Paese che si definisce democrazia compiere un atto così devastante?

Democrazia e illusioni infrante. Il cuore della riflessione di Scurati è proprio qui: l’illusione che una democrazia non potesse macchiarsi di un crimine storico.

Per decenni abbiamo contrapposto dittature e regimi totalitari a sistemi democratici, raccontandoci che solo i primi potevano macchiarsi di atrocità. Ma la realtà ci mette davanti a una verità scomoda: nessun sistema politico è immune dall’orrore se non vigila costantemente su sé stesso.

💡 Da qui la domanda che lo scrittore ha lanciato al pubblico: «Che cos’è una democrazia?» Una domanda che va oltre Gaza e che riguarda ciascuno di noi, ogni giorno.

Il romanzo come democrazia. In dialogo con Marcello Fois, Scurati ha difeso la funzione sociale della letteratura: «Credo nel romanzo come forma di democrazia aperta a tutti».

Un romanzo è, infatti, un “paradiso degli individui”, come lo definiva Milan Kundera: una palestra in cui ogni voce trova spazio, in cui la pluralità diventa valore. È un esercizio di libertà e di confronto, tanto più necessario in un tempo in cui il dibattito pubblico sembra ridursi a tifoserie urlanti. 📖✨

La scuola e il futuro. Il discorso di Scurati si è poi spostato sul terreno della formazione. Ha denunciato la mancanza di investimenti in cultura e in scuola, sottolineando come queste dovrebbero essere i pilastri di una democrazia sana.

«La scuola ha il compito immenso di favorire un cambiamento epocale, eppure non riceve le risorse che merita. Viva la scuola!» ha detto, ricevendo applausi convinti.

Non è solo una dichiarazione di principio: è un invito ad agire. Perché senza cultura, senza biblioteche, senza opportunità di accesso alla conoscenza, la democrazia diventa fragile e manipolabile. 🎓📚

Un Paese che si imbarbarisce. Scurati non ha risparmiato critiche al nostro contesto nazionale, parlando di un progressivo “imbarbarimento del dibattito pubblico”: politici e giornalisti che alimentano divisioni (narrative create ad arte) cittadini additati all’odio, tifoserie contrapposte.

Un clima che non solo impoverisce la democrazia, ma la mette in pericolo. Perché il rispetto, il confronto e la capacità di ascolto sono le fondamenta su cui si regge una comunità civile.

Una lezione per tutti noi

Che cosa ci insegna questo intervento?

  1. Che la parola conta – Anche quando sembra poca cosa, ha il potere di smuovere coscienze.
  2. Che la democrazia è fragile – Non basta averla conquistata: va difesa e coltivata ogni giorno.
  3. Che la cultura è resistenza – Letteratura, scuole e biblioteche non sono orpelli, ma strumenti di libertà.
  4. Che il silenzio è complicità – Parlare, riflettere, confrontarsi è un dovere, soprattutto di fronte a tragedie che sembrano troppo grandi.

Conclusione. Antonio Scurati ci ricorda che la democrazia non è mai un punto d’arrivo, ma un cammino. E che anche nelle ore più buie, il compito di intellettuali, docenti, imprenditori e cittadini è quello di non smettere di far luce.

🌍 Gaza, la scuola, la letteratura, il nostro Paese: sono pezzi di uno stesso mosaico che ci obbliga a interrogarci su che tipo di mondo vogliamo lasciare alle prossime generazioni.

Che cos’è una democrazia? Forse la risposta è semplice e complessa al tempo stesso: è la capacità di guardare il dolore del mondo senza distogliere lo sguardo.

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Giovanni Matera

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