La truffa della storia.
La truffa della storia: come hanno costruito un passato falso per controllare il tuo presente agosto 10, 2025 – Simona Mattes-Melilli.
La storia non è un archivio neutrale di fatti ed eventi, ma una “narrazione”, una trama scritta con precisione chirurgica da chi ha avuto il potere di decidere cosa ricordare e cosa dimenticare. “La storia è scritta dai vincitori” non è soltanto una frase suggestiva: è una confessione. Significa che chi vince un conflitto non prende solo terre, risorse o potere politico, ma conquista anche il diritto di raccontare il passato. E quando controlli il passato, controlli il presente.
I libri che hai letto a scuola, le date che hai imparato a memoria, le figure che ti hanno presentato come eroi o liberatori sono stati scelti con cura. Non per farti pensare, ma per farti credere. Non per stimolare il tuo spirito critico, ma per plasmare la tua identità. La storia, così come viene insegnata, è spesso un atto di indottrinamento collettivo.
La cancellazione dei vinti. Ogni volta che un impero ha prevalso, non si è limitato a conquistare: ha riscritto la sceneggiatura. I Romani non solo dominarono militarmente, ma assorbirono e cancellarono intere culture. L’Impero britannico perfezionò quest’arte: al suo apice controllava un quarto del mondo, e con esso milioni di narrazioni locali. I leader delle comunità diventavano “capi tribali”, i combattenti per la libertà “ribelli”, e l’invasione si trasformava in “missione civilizzatrice”.
In India, ai bambini veniva insegnato che l’Inghilterra portava progresso e ordine. La realtà? Carestie di massa, industrie distrutte, ricchezze sottratte. La carestia del Bengala del 1943 non fu un disastro naturale, ma la conseguenza di politiche economiche e decisioni politiche ciniche. In Africa, la terra fu strappata a interi popoli, e chi osava ribellarsi veniva torturato, castrato, annientato.
Non solo inglesi: gli spagnoli bruciarono biblioteche Maya e Azteche, cancellando secoli di scienza e filosofia. La Chiesa cattolica distrusse i testi gnostici per consolidare un’unica versione di Cristianesimo. Così, verità alternative furono silenziate e il passato ridotto a un’unica voce, quella utile a mantenere il potere.
La scuola come meccanismo di indottrinamento. Il sistema educativo si presenta come strumento di conoscenza, ma troppo spesso si rivela il mezzo perfetto per diffondere la versione ufficiale. In dodici anni di istruzione obbligatoria, un bambino assorbe decine di migliaia di ore di contenuti filtrati e approvati.
Non tutto viene raccontato con la stessa intensità. Alcuni eventi riempiono capitoli interi, altri scompaiono in una nota a piè di pagina. Le guerre vinte diventano nobili, le sconfitte spariscono. Il colonialismo viene presentato come “scambio culturale”, quando in realtà fu invasione, sfruttamento e genocidio.
Pensiamo agli Stati Uniti: i “padri fondatori” sono celebrati come paladini di libertà, dimenticando che molti erano schiavisti. Le atrocità contro i nativi americani, l’internamento dei giapponesi-americani o i colpi di stato orchestrati dalla CIA vengono minimizzati o taciuti. Lo stesso accade in Europa, dove personaggi come Churchill, Leopoldo II o Andrew Jackson vengono raccontati come leader visionari, ma senza mostrare i crimini che li accompagnano.
La manipolazione continua. La truffa della storia non riguarda solo epoche lontane. Anche il presente viene riscritto mentre lo viviamo. La guerra in Iraq, nata da menzogne sulle armi di distruzione di massa, è già raccontata come “missione di pace mal riuscita”. Le conseguenze dei lockdown per il COVID, con le loro ombre economiche e sociali, sono state incorniciate come “sacrifici necessari”.
Se riescono a modificare la percezione di eventi che abbiamo vissuto con i nostri occhi, quanto è facile manipolare ciò che è avvenuto secoli fa?
Eroi imposti, eroi cancellati. Un altro aspetto della truffa è la costruzione di eroi precostituiti. I libri di testo traboccano di monarchi, presidenti e generali, mentre i dissidenti, i pensatori liberi e i rivoluzionari autentici vengono oscurati, demonizzati o dimenticati. Così impariamo ad amare l’autorità, non a metterla in discussione.
Persino le cronologie potrebbero essere manipolate: alcuni storici sostengono che i cosiddetti “Secoli Bui” siano stati in parte inventati per rafforzare la legittimità di determinati imperi. Spostare date o reinventare periodi storici è un’arma sottile, ma devastante: ciò che diventa radicato nei manuali scolastici si trasforma in verità inamovibile.
Il vero scopo: il controllo psicologico. Alla fine, il fine ultimo non è solo nascondere la verità, ma modellare l’anima collettiva. Vogliono che tu ti emozioni di fronte a una bandiera, che provi orgoglio nazionale davanti a una narrazione creata ad arte, che difenda con convinzione menzogne diventate parte della tua identità.
La truffa della storia è il pilastro su cui si regge il sistema di potere. Senza di essa, molte giustificazioni – guerre, tasse, leggi autoritarie – crollerebbero in un istante. Ed è proprio per questo che la verità non verrà mai insegnata apertamente.
Una scelta personale. Eppure, nonostante la manipolazione, una via d’uscita esiste: sviluppare pensiero critico, mettere in discussione le versioni ufficiali, riscoprire le storie dimenticate e ridare voce a chi non l’ha avuta.
La storia, quella vera, non è mai lineare né unica. È un mosaico di prospettive, voci e memorie. E la nostra crescita – personale, professionale, umana – inizia quando impariamo a distinguere tra il racconto imposto e la verità nascosta.
Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo cambiare il modo in cui scegliamo di guardarlo. E in questa scelta si nasconde la nostra libertà più autentica.
Giovanni Matera
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