La strada più adatta a te
“La tua strada dev’essere ancora tracciata, e c’è solo una persona che sarà in grado di farlo: tu.” (Michele Polico).
Studiare ti apre la mente e il cuore, e ti regala una sensibilità e un’intelligenza altrimenti difficile da sviluppare. Ma se pensi che per prepararti nel modo migliore al futuro tu debba puntare solo sui voti, sei sulla strada sbagliata, perché i voti servono a scuola ma non nella vita. Studiare è darsi una disciplina, che ti sarà utile quando avrai un obiettivo, qualunque esso sia.
La mia storia può essere un esempio tra i tanti: un percorso scolastico nella media, studiavo giusto il necessario anche perché già a otto anni frequentavo una piccola bottega di ebanisteria, e da grande avevo raggiunto obiettivi ambiziosi, come tante quelle persone che a scuola non hanno trovato la loro dimensione, ma poi hanno fatto, dato e creato più di quanto chiunque si aspettassero.
Viceversa, molti di quelli che a scuola eccellevano, oggi si direbbero insoddisfatti del proprio lavoro e nella maggior parte dei casi si ritrovano a lavorare alla dipendenza di chi a scuola studiava lo stretto necessario, ma sognava. Chi accetta tale modello e lo incarna rischia di esaurire il proprio slancio in uno sterile nozionismo scolastico, passando il tempo con l’ansia da esame a ripetere il contenuto dei libri. Il più delle volte, la cosa che a scuola si impara di più è essere e comportarsi come la scuola ci vuole; peccato che quel modo di essere sia distante da ciò che serve per eccellere nel mondo reale.
Sfatiamo una credenza comune che governa i comportamenti di quasi tutti i ragazzi: i voti che prendi a scuola nel mondo reale non hanno tutta questa importanza. Te lo dico da imprenditore, che le persone le assume e non si è mai chiesto che voti abbiano preso, ma le ascolta per cercare di capirne lo spirito, le ragioni, le competenze profonde, in che modo ragionano e quali siano le loro attitudini.
Ciò che viene insegnato a scuola è dunque una base: studialo per capire davvero e imparare, non per superare l’esame. E se qualcosa non ti piace, per non pentirtene un giorno, studiala comunque ma concentrati piuttosto nelle materie per cui nutri maggiore passione. Poi, però evadi da quel piccolo mondo: esplora altre cose. Per essere pronto alla vita e al futuro, studia ancora di più quello che chiede il mercato. Per diventare il te stesso più autentico, e di quella versione di te il mondo ha assoluto bisogno, studia quello che ti interessa davvero. Lavora per un’associazione o creane una, insieme con altri: fai del volontario, fai musica, fai teatro, viaggia per quello che puoi, crea un progetto sui social, passa ore a leggere e a fare ricerche, parla con le altre persone, parla con tutti, cerca di conoscere il mondo che le persone che incontri hanno dentro. Cerca di diventare sempre più bravo in ogni cosa che fai: scrivi, rifletti, corri, cammina, trova lavori anche poco inerenti a quello che vorrai fare da grande, utilizzali come trampolino di lancio, come momenti esperienziali… che poi, noi mica lo sappiamo quand’è che arriva il momento in cui si diventa grandi.
Fare esperienze diverse durante e prima di terminare gli studi, è anche il modo migliore per capire qual è il lavoro più giusto per te. Più che un “lavoro”, infatti, l’obiettivo dovrebbe essere trovare la strada che sentirai tua, in cui starai bene, che magari un po’ cambia col passare degli anni e con l’esperienza, con la vita e le esigenze che cambiano, ma le cui basi il più delle volte rimangono fisse sugli stessi elementi. La società, infatti, a partire dalla scuola, è così impiegata a valutare e giudicare solo quelle quattro o cinque tipologie di talento e a farlo all’interno di una griglia rigida, che spesso impedisce di vedere le altre mille esistenti, e il più delle volte ci convince di non essere affatto dotati. Così, non riconoscendo in noi stessi i talenti che abbiamo, finiamo per ignorarli o liquidarli come meri accessori, quando invece potrebbero rendere il nostro percorso di vita più semplice e piacevole, più ricco di senso per noi e di valore per gli atri. Ragiona come se ti stessero pagando non per il tempo che impieghi a fare qualcosa, ma per il valore che in quel tempo produci. È questo che ti permette di crescere.
Col tempo ho capito una cosa: non è davvero importante se fallisci o se hai successo. È importante la persona che sei e che diventi, è importante la parte di te che anche dopo la tua evoluzione rimane. Perché di tutto rimangono i valori morali e i principi, di fronte ai quali talvolta siamo disposti a fermarci, a non raggiungere il fine che ci eravamo proposti. Rimane lo spirito con cui abbiamo agito, l’equilibrio che abbiamo saputo o non saputo mantenere e creare tra lo studio, il lavoro e tutte quelle altre sfere della nostra esistenza che ci rendono persone complete e libere. Rimane il modo in cui abbiamo servito gli altri, e la gratitudine che abbiamo provato quando l’ha fatto qualcun altro per noi.
Mi piace pensare che ognuno di noi sia un dono che l’universo si è fatto. Non dirmi che in questo universo non ci sia posto per te, per fortuna lui non ha dubbi, e sa bene quale posto tu debba occupare nel mondo: devi solo seguire la tua voce che ti sta già guidando e preparando per qualunque magia. Perché la vita riserva sorprese, e ti accadono sempre le cose che meno t’immagini.
Giovanni Matera
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