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Lectio economica nel Caffè Letterario Don Chisciotte

Novembre 13, 2017 @ 8:00 am - 5:00 pm

CULTURA “Lectio” economica di Giovanni Matera.  

La conoscenza dev’essere 

l’innervatura di qualsiasi azienda 

Articoli di economia raccolti
nel libro La cassetta degli attrezzi 

Imprenditore è chi si domanda:
“Che cosa posso fare io?” E lo fa 

Dare per avere e non dare 
pesci ma insegnare a pescare 

Realizzare sogni. 

Affrontare dibattiti sull’economia, oggi, è perfino temerario: nel mondo e di più in Italia. La distribuzione della ricchezza è la più ingiusta della storia dell’uomo: i beni dell’1% dei terrestri sono superiori a quelli del 99% e 62 persone detengono la ricchezza di 3,6 miliardi di persone per un capitale pro capite di 28 miliardi, a fronte del dollaro al giorno degli altri. E molta di questa ricchezza è stata nascosta nei paradisi fiscali, inutilizzabile dai suoi proprietari, sottratta alla comunità. Inoltre, in primis quella italiana, l’imprenditoria, svampita dal lusso, non esita a precipitare nell’abietto schiavismo, dal caporalato al contare i secondi al bagno dei suoi operai, chiedendo e ottenendo la licenziabilità a propria discrezione. 

E tuttavia nei sotterranei della società c’è chi va spiegando che, come l’essere di ciascuno, anche l’economia o è basata sulla conoscenza, o non è, intendendo per conoscenza quella di Socrate, secondo il quale il male lo commette soltanto chi non sa, invece chi sa distinguere il bene dal male non può commettere il male ed è predisposto al bene. Se al sapere della riflessione si aggiunge la “Sapientia cordis”, cioè la generosità, può perfino accadere che un gesto di bontà può cambiare il corso della storia. 

Portatore di questi concetti è Giovanni Matera, imprenditore laertino che ha raccolto nel suo libro “La cassetta degli attrezzi”, i suoi articoli di economia sapienziale. E li ha esposti ieri sera nel caffè letterario Don Chisciotte, introdotto da Marilena Frigiola. 

La Lectio è cominciata da un episodio naturale: un uomo alquanto povero vede un bimbo dimenarsi in uno stagno, lo salva. Il padre del bimbo salvato si disobbliga facendo studiare il figlio del povero. Più avanti negli anni il figlio del ricco, ammalatosi gravemente, viene salvato dalla medicina scoperta dal figlio di quel povero. Costui era Fleming, lo scopritore della penicillina, il due volte salvato dai Fleming era Churchill, che ebbe grande parte del fermare il male assoluto che stava funestando il mondo, il nazismo hitleriano. 

Che cosa insegna questo naturale episodio di vita quotidiana? Che ciascuno di noi può cambiare il corso della storia. I padri usarono la sapientia cordis, i figli quella scientifica e sociale, cioè la conoscenza. 

Conoscenza, dice Matera, che dev’essere anche l’innervatura di qualsiasi azienda e la guida di qualsiasi uomo e imprenditore. In azienda, come dovunque, la conoscenza si basa sullo scambio di idee e sul cercare idee nuove, sia nei momenti di crisi, sia nei momenti positivi con il metodo del Che cosa posso fare io?”, e dunque col darsi un sogno, un sogno da realizzare, perché chi non ha un sogno lavorerà per chi ce l’ha. Nel reale il sogno è un obiettivo, una meta, che si scorge dopo aver ascoltato la realtà e i suoi molti interpreti, basandosi su due concetti basilari: per avere bisogna aver dato e per il progresso sociale più che distribuire pesci, bisogna aver insegnato a pescare (Confucio), o bisogna essere imprenditori (il demiurgo platonico prima e schumpeteriano poi), cioè colui che, quasi essere divino, s’ingegna e s’impegna a fare ciò che è necessario, nel presente e per il futuro, realizzare soluzioni, intuizioni, sogni. 

I discenti non erano molti, si direbbe uno scelto pubblico, fra essi tre esponenti di partito: i dem Stano e Laforgia e il loro candidato sindaco Raffaele Parisi, e soprattutto due bimbe: cioè la speranza. 

Dettagli

Data:
Novembre 13, 2017
Ora:
8:00 am - 5:00 pm

Organizzatore

Michele Cristella