“La vita non è un cammino semplice e lineare lungo il quale possiamo procedere liberamente senza intoppi, ma piuttosto un intrigato labirinto attraverso il quale dobbiamo trovare la nostra strada, spesso smarriti e confusi, talvolta imprigionati in un vicolo cieco. Ma sempre, se abbiamo fede, si aprirà una porta: forse non quella che ci saremmo aspettati, ma certamente quella che alla fine si rivelerà la migliore per noi”.    (A. J. Cronin)

In questo momento storico si parla sempre di crisi, ma dimentichiamo che è in atto un grande cambiamento dovuto alla globalizzazione, alla speculazione finanziaria e all’incapacità della politica.  Nulla sarà più come prima, ormai. La sfida che ci attende è di saper gestire questo inaspettato e anomalo cambiamento. Prima, però, bisogna comprenderlo questo benedetto (o maledetto) cambiamento.

Bene. Proveremo a farlo con una storiella divertente e, a parer mio, anche istruttiva, che narra di quattro personaggi i quali vivono in un “labirinto” alla costante ricerca di “formaggio” che li nutra e li faccia vivere felici. Ve li presento.

“La vita non è un cammino semplice e lineare lungo il quale possiamo procedere liberamente senza intoppi, ma piuttosto un intrigato labirinto attraverso il quale dobbiamo trovare la nostra strada, spesso smarriti e confusi, talvolta imprigionati in un vicolo cieco. Ma sempre, se abbiamo fede, si aprirà una porta: forse non quella che ci saremmo aspettati, ma certamente quella che alla fine si rivelerà la migliore per noi”.    (A. J. Cronin)

In questo momento storico si parla sempre di crisi, ma dimentichiamo che è in atto un grande cambiamento dovuto alla globalizzazione, alla speculazione finanziaria e all’incapacità della politica.  Nulla sarà più come prima, ormai. La sfida che ci attende è di saper gestire questo inaspettato e anomalo cambiamento. Prima, però, bisogna comprenderlo questo benedetto (o maledetto) cambiamento.

Bene. Proveremo a farlo con una storiella divertente e, a parer mio, anche istruttiva, che narra di quattro personaggi i quali vivono in un “labirinto” alla costante ricerca di “formaggio” che li nutra e li faccia vivere felici. Ve li presento.

Nasofino e Trottolino sono due topolini; Tentenna e Ridolino, invece, sono degli gnomi che hanno la stessa taglia dei topolini ma un comportamento molto simile agli umani. Il “formaggio” è la metafora di quello che vorremmo avere dalla vita: un buon lavoro, un bel rapporto d’amore, soldi, salute e serenità. Il “labirinto” è il luogo in cui cerchiamo quello che desideriamo: l’azienda in cui lavoriamo, la famiglia, la comunità nella quale viviamo ecc.

Nella nostra favola i personaggi si trovano a fronteggiare dei cambiamenti inattesi. In passato, topi e gnomi si davano quotidianamente da fare nel labirinto per rimediare il proprio formaggio. I topolini, Nasofino e Trottolino, correvano all’impazzata lungo un corridoio e, se lo trovavano sfornito, lo abbandonavano per precipitarsi subito da un’altra parte. Nasofino, valendosi del suo olfatto, fiutava la pista del formaggio e Trottolino si scapicollava a tutta velocità nella direzione individuata. Alcune volte avevano successo, altre invece no; ciò nonostante, ciascuno seguendo il proprio metodo, tutti riuscirono a scovare, infondo a uno dei corridoi che chiamarono deposito F., il proprio formaggio preferito.

Ogni mattina, Tentenna e Ridolino, con tutta tranquillità, si avviavano al deposito F. Ora sapevano, dove era nascosto il formaggio e conoscevano bene la strada. Ignoravano, però, da dove provenisse né chi lo avesse immagazzinato, ma non se ne preoccupavano perché erano sicuri di trovarlo sempre al suo posto. Continuarono così per qualche tempo. La loro sicurezza si trasformò in una tale arroganza che gli impediva di prestare attenzione a ciò che stava avvenendo sotto i loro occhi.

Nasofino e Trottolino arrivavano pure loro di buon mattino al deposito F., ma, prima di iniziare a rosicchiare il formaggio, fiutavano sempre dappertutto per essere sicuri che non vi fossero segni di cambiamento. Infatti, una mattina, arrivati al deposito, Nasofino e Trottolino si accorsero che il formaggio era sparito. La scoperta però non li colse di sorpresa, poiché avevano già notato che il rifornimento di formaggio stava diminuendo: erano quindi preparati, grazie al loro istinto, ad affrontare l’evento che appariva ormai ineluttabile. Non si persero d’animo, sapevano cosa fare: la situazione era cambiata, quindi anche loro dovevano cambiare.

Più tardi arrivarono al deposito anche Tentenna e Ridolino. Siccome non avevano notato nessun cambiamento, e sicuri di trovare sempre il formaggio al solito posto, erano impreparati alla sorpresa che li attendeva. Accortisi della mancanza, cominciarono a strillare e a piangere a dirotto: <<Non c’è più il mio formaggio! Dov’è finito il mio formaggio?>>. Attesero in lacrime, un po’ di giorni, ma poi Ridolino si decise ad aprire gli occhi e chiese: <<Ma dove sono Nasofino e Trottolino, forse loro sanno qualcosa che noi ignoriamo? Lo so che siamo più intelligenti – replicò Ridolino – ma in questo momento non mi sembra che lo stiamo dimostrando. Le cose qui intorno stanno cambiando – disse rivolto a Tentenna – forse anche noi dovremmo cambiare e modificare le nostre abitudini>>.  Ma Tentenna rispose che certe cose non dovrebbero accadere e che questo pasticcio non era da addebitare a loro. La colpa era di qualcun altro e, quindi, avevano diritto a un indennizzo. Allora Ridolino azzardò una proposta: <<Non pensi che sarebbe meglio smettere di rigirare la questione e provare ad andare a cercare un nuovo formaggio?>>.

Così fece, ma Tentenna non lo seguì. Aveva paura che le cose peggiorassero. Ridolino andando via, disse: <<Le cose cambiano e non tornano più le stesse. Adesso sembra proprio uno di quei momenti, ed è capitato a noi>>. Ridolino volse un ultimo sguardo verso Tentenna ed esclamò: <<E’ la vita… e la vita va avanti, proprio come dovremmo fare noi!>>.

 

 

Giovanni Matera

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